L’APPELLO DI BEPPE FIORONI AI CATTOLICI DEL PD: “TORNATE AUTONOMI”
Enrico Borghi, Caterina Chinnici, Andrea Marcucci, ora anche Carlo Cottarelli, ma in origine era stato Beppe Fioroni ad abbandonare il Pd dopo l’elezione di Elly Schlein nelle Primarie dem: in una lettera-appello pubblicata su “Domani” l’ex Ministro, tra i principali volti del cattolicesimo democratico in Italia, lancia un monito a tutti i cattolici presenti ancora nel Pd. Nella missiva firmata assieme a Lucio D’Ubaldo – con cui ha forato l’associazione Tempi Nuovi-Piattaforma popolare – Fioroni non usa mezzi termini: «il disagio dei cattolici mette il piombo sulle ali del Pd. Si cerca un rimedio e non lo si trova nel camuffamento del problema».
Secondo il cattodem uscito dal Partito Democratico, il nuovo corso con la segretaria Schlein mina il “pluralismo” e l’apporto del “cristianesimo sociale”: «la spinta a rifondare il Pd si traduce nella dissolvenza dei motivi di genesi e sviluppo di un partito pluridentitario in cui pesava, del resto, l’apporto del cristianesimo sociale». In questo contesto, rileva ancora Fioroni, si delinea una impostazione del tutto diversa dal passato: «forse più spigliata, però lesiva del pluralismo originario».
“SCHLEN È SALTO NEL BUIO”: LA LETTERA DI FIORONI SUL FUTURO DI PD
Secondo Beppe Fioroni l’avvento di Schlein nel Pd non è il tentativo di ristabilire la vecchia casa socialista della sinistra italiana: «è un salto nel buio […] cosa sia il Pd della Schlein è poco chiaro […] Vi è solo la certezza che tutto ciò che attiene alla sfera dei diritti individuali fornisca il materiale di una politica più corrispondente alla fluidità di aspettative e desideri». Sembra quasi che i doveri, davanti a questo Partito Democratico, «non esistano e anche farvi cenno risulti disdicevole»: invece che mediazione e alleanze, attacca ancora Fioroni, si attiva «alla rivendicazione costante della propria superiorità pratica e morale».
I cattolici democratici popolari si trovano sempre più estraniati dalla situazione che va a delinearsi nel Pd nazionale, come hanno in qualche modo rilevato oggi da più parti i vari Sala, Guerini, Gori in commento alla fuoriuscita di Cottarelli: «la sensazione di un partito a vocazione radicale» starebbe mettendo in allarme i cattodem, scrive Fioroni con D’Ubaldo. L’invito è quello di tornare «autonomi» per poter tornare a rappresentare la cultura democristiana e popolare senza limitarsi a ruolo di “partito di centro” con pochi spiragli: «c’è bisogno di restituire l’abito dell’autonomia e predisporlo a un lavoro di rimobilitazione di un grande segmento sociale ed elettorale, venendo incontro a una nuova esigenza di rappresentanza». Per Fioroni «serve un programma perché il centro torni ad essere vitale, con pieno beneficio di una più equilibrata e credibile alleanza democratica».