Una vera e propria galleria degli orrori, quella scoperta dagli agenti della polizia postale di Firenze sui telefoni di 20 minorenni ora denunciati ma in stato di libertà con concorso tra loro per i reati di detenzione, divulgazione, cessione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere aggravata. Secondo quanto riferisce Il Giornale nell’edizione online, sulla chat degli orrori erano presente immagini raccapriccianti che immortalavano suicidi, mutilazioni, violenze sessuali commesse su giovanissime vittime nonché corpi di uomini e talvolta animali profanati, decapitazioni e squartamenti. Nel cellulare del 15enne lucchese, la madre avrebbe scoperto numerosi filmati hard ma anche immagini pedopornografiche sotto forma di stickers che il giovane scambiava e cedeva ad amici. Secondo le indagini proprio il 15enne sarebbe stato l’organizzatore e promotore dell’attività criminosa insieme ad altri minori coinvolti che utilizzavano non solo Whatsapp ma anche Telegram e altre applicazioni e social. Solo dopo cinque mesi di serratissime indagini i poliziotti sono riusciti a identificare i soggetti che scambiavano video e foto pedopornografici. Telefonini e computer dei ragazzi coinvolti – il più ‘anziano’ ha 17 anni – ora sono sotto sequestro e non si esclude che l’inchiesta possa allargarsi a macchia d’olio coinvolgendo altri giovanissimi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SCAMBIO VIDEO E FOTO CHOC TRA

Una chat degli orrori con video hard e di suicidi e decapitazioni. È stata scoperta poliziotti del Compartimento Polizia Postale per la Toscana che hanno terminato una complicata e al tempo stesso delicata indagine coordinata dal procuratore capo della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Firenze Antonio Sangermano, che ha denunciato in stato di libertà 20 minorenni. Sono accusati in concorso tra loro di diversi reati, come detenzione, divulgazione, cessione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere aggravata. La vicenda ha avuto inizio quando una mamma di un 15enne di Viareggio ha scoperto sullo smartphone del figlio molti filmati hard con vittime giovanissime, quindi si è rivolta alla Polizia postale chiedendo aiuto. Così è emerso un numero importante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di “stickers”. Il giovane si è rivelato essere organizzatore e promotore dell’attività di scambio e cessione di fil attraverso WhatsApp, Telegram e altre app di messaggistica e social insieme ad altri minorenni. Ma sul telefono erano presenti anche file “gore”, cioè video e immagini raccapriccianti presenti sul dark web. Questi viaggiavano su due chat degli orrori con molti iscritti di varie parti d’Italia.



CHAT ORRORI, 20 MINORI DENUNCIATI DA PROCURA DI FIRENZE

Le indagini durate diversi mesi hanno permesso di identificare le persone che detenevano o scambiavano immagini e video pedopornografici e immagini di violenze orribili. Il più “anziano” ha compiuto da poco 17 anni, il più giovane invece ne ha 13. Sono stati quindi sequestrati decine di telefonini e computer, dalla cui perquisizione sono emersi riscontri inconfutabili. Ma sono in corso altre analisi per acquisire prove e verificare il coinvolgimento di altre persone. Gli inquirenti parlano di un fenomeno nuovo, perché ai video hard si accompagnano altri molto violenti e crudi, raffiguranti suicidi, mutilazioni, squartamenti e decapitazioni di persone e in alcuni casi animali. «Quasi a voler alimentare con questi video il contenuto di crudezza dei file pedopornografici», ha dichiarato, come riportato da Repubblica, Annalisa Lillini, dirigente del compartimento della polizia postale per la Toscana.

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