Nella giornata di ieri a Firenze, secondo quanto racconta il quotidiano la Nazione, il tribunale ha emesso una misura cautelare ai danni di una donna che aveva, nel 2021, denunciato suo marito per maltrattamenti e abusi sul figlio. Una vicenda sicuramente particolare, che per certi versi potrebbe avere anche un retrogusto amaro, se non fosse che a sostegno della tesi del tribunale vi sarebbero parecchie intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno scoperto come la donna si fosse inventata tutte le accuse al solo fine di ottenere soldi dal marito. Così, grazie all’inchiesta condotta dai carabinieri di Firenze, si è ribaltata completamente la storia, concludendo che la donna era, in realtà, il mostro e che era lei stessa a picchiare il figlio al fine di avvalorare la sua tesi.



Firenze: denuncia il marito per maltrattamenti e abusi, ma è lei a picchiare il figlio

Insomma, la vicenda avvenuta a Firenze è cominciata nel 2021, quando la donna denunciò per la prima volta il marito per violenza domestica e maltrattamenti sul figlio di 4 anni. Si presentò con lividi, ferite ed escoriazioni in ospedale, facendo immediatamente scattare l’indagine dei carabinieri. Presentò anche una dettagliata ricostruzione, avvalorata dalle parole (e dai lividi) del bambino, oltre che da una documentata sevizia contro quest’ultimo, immortalata in alcuni scatti con il cellulare dalla donna.



Contestualmente, l’uomo ha messo in piedi il suo impianto accusatorio, che ha portato i carabinieri di Firenze ad avviare una rete di intercettazioni ambientali. Così è emerso come la storia della donna fosse stata completamente inventata, dando anche vita ad un elaborato piano di inganni. Infatti, come ha raccontato la donna ad un’amica, sarebbe stata lei stessa a picchiare il figlio e a procurarsi le lesioni allo scopo di rendere la sua storia credibile. Infine, la giustizia ha fatto il suo corso, portando il tribunale di Firenze ad accusarla di calunnia e maltrattamenti su minori, togliendole la podestà del figlio ed affidandolo al marito.

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