L’edizione della Toscana del quotidiano Italia Oggi pubblicherà in questi giorni l’incredibile storia avvenuta a Firenze di una madre e una figlia, rispettivamente Anna e Valentina, che si sono rincontrate dopo 40 anni di distanza, abbracciandosi per la prima volta lo scorso 24 marzo. Una storia che ha dell’incredibile e che dimostra come la determinazione di conoscere il proprio passato, le proprie origini, possano portare una persona ad attraversare un’intera penisola al solo scopo di abbracciare e conoscere un parente che non si è mai visto. Madre e figlia che si sono rincontrate dopo 40 anni risiedono, attualmente, a Firenze, anche se le origini della donna sono calabresi.



La storia di Valentina e Anna: madre e figlia lontane per 40 anni

L’incredibile storia di madre e figlia che si sono rincontrate dopo 40 anni a Firenze inizia quando Anna, ancora 15enne, rimane incinta. Nonostante suo padre volesse tenere la futura nipotina, grazie al supporto della madre e di un’amica infermiera che lavorava proprio nel capoluogo toscano, riuscì ad arrivare, ancora incinta, dalla Calabria al comune di Fiesole, dove venne accolta nella casa famiglia per ragazze madri Speranza a Settignano. Qui vi rimase fino al parto, quando la bambina venne data in adozione, permettendo ad Anna di tornare nella sua Calabria.



Una storia, fino a qui, come molte altre, salvo che la madre, probabilmente pensando ancora alla figlia, tornò a Firenze per studiare al Conservatorio, rimanendo poi nel capoluogo toscano. Nel 2014, poi, la svolta, quando Valentina scoprì che, dopo anni di lotta per realizzare il desiderio di conoscere sua mamma, la legge sull’adozione era cambiata. Non fu una battaglia, tuttavia, facile, perché si è conclusa solamente 9 anni dopo, lo scorso marzo, quando madre e figlia finalmente si sono abbracciate nella loro Firenze, dopo 40 anni di distanza. “C’è stata subito un’intesa bellissima“, ha raccontato Anna, che negli anni ha pensato spesso alla figlia. “Un genitore biologico che ritrova un figlio dopo 30, 40 anni”, ha continuato, “non può togliere nulla alla famiglia adottiva. È una felicità indescrivibile“. Valentina, invece, ha spiegato “per quanto una persona possa avere una storia di adozione felice a un certo punto della vita conoscere le proprie origini diventa un bisogno. Ci permette di fare pace con un passato che inevitabilmente ha creato dolore a entrambe”.

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