Firenze: sconto di pena per detenzione disumana
A Firenze un detenuto del carcere di Sollicciano è riuscito ad ottenere uno sconto di pena facendo ricorso all’ufficio di sorveglianza per le condizioni ‘disumane’ in cui era stato costretto a vivere tra quelle mura. Un caso come moltissimi altri simili, ma che sta facendo parlare parecchio di sé per via delle sconto ottenuto, pari a 10 mesi (esattamente 312 giorni), dato che la disumanità in cui ha vissuto si sarebbe protratta dal 2014 al 2022.
Così, il detenuto di Firenze ha ottenuto uno sconto di pena per le condizioni disumane del carcere dando il via ad una sorta di effetto domino tra gli altri detenuti, pronti a presentare a loro volta ricorsi simili, quasi certi di vincerli dato l’importante precedente. Secondo l’ufficio di sorveglianza, infatti, sarebbe stato violato l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo perché oltre alle condizioni “notoriamente critiche” del carcere di Firenze-Sollicciano, si legge nell’ordinanza, il detenuto che ha ottenuto lo sconto di pena per le condizioni disumane ha affrontato “sistematiche infiltrazioni d’acqua” e “l’invasione di insetti“. La detenzione dell’uomo, continua ancora l’ufficio di sorveglianza, è stata “particolarmente gravosa se non, in casi sempre più frequenti, contraria ai principi di umanità della pena”.
Osapp: “Il 70% dei detenuti italiani potrebbe vincere ricorsi simili”
Oltre alla buona(?) notizia per il detenuto di Firenze che dopo 8 anni di detenzione disumana è riuscito ad ottenere uno sconto di pena pari a 10 mesi, il sindacato della polizia penitenziaria Osapp si è detto preoccupato per l’effetto che questa sentenza potrebbe avere sul sistema carcerario italiano. Leo Benducci, segretario della sigla, infatti, sulle pagine di Avvenire ha sottolineato che la sentenza “crea ora un precedente pesante”.
Infatti, lo sconto di pena a Firenze avrebbe stimolato “altri duecento detenuti a fare lo stesso tipo di ricordo, sicuro di vincerlo a questo punto”. Una notizia, per certi versi positiva, ma non se si considera che così facendo verrebbero “restituiti alla libertà con larghissimo anticipo” detenuti potenzialmente pericolosi, minando “i presupposti dell’emenda e del recupero sociale delle pene”, oltre a “costituire un grave problema in termini di ordine pubblico“. Una questione che diventa ancora più preoccupante perché le condizioni del carcere di Firenze per cui l’uomo ha ottenuto lo sconto di pena riguarderebbero “almeno il 70% delle carceri italiane”.