Nel dicembre del 2016 a Firenze un turista di origine francese, tale Jonas Journo, è stato trovato morto all’interno di un appartamento affittato tramite la piattaforma AirBnB per una singola notte, che avrebbe dovuto trascorrere nel capoluogo toscano. A dare l’allarme era stata originariamente la figlia, Rosa, rimasta in Francia ad attenderlo e che si è preoccupata non sentendolo la mattina del 20 dicembre.



Il viaggio che l’uomo stava facendo a Firenze era d’affari, e sarebbe dovuto rientrare il giorno successivo all’arrivo, dopo aver sbrogliato alcune pratiche con un cliente. Non sentendolo, però, la figlia ha provato prima a contattare il proprietario dell’alloggio in affitto, ma non avendo ricevuto risposta, aveva contattato anche Air France, che aveva confermato il fatto che suo padre non si era imbarcato sul volo di ritorno. Partita l’allerta alla polizia di Firenze, questi ultimi avrebbero rinvenuto il cadavere, ancora all’interno dell’appartamento. La causa di morte accertate alcuni giorni dopo era asfissia a causa di un eccesso di monossido di carbonio nei polmoni dell’uomo.



Le indagini sul turista morto a Firenze e le conclusioni della figlia

Insomma, secondo gli inquirenti il turista a Firenze era morto a causa di un’asfissia da gas. Solo recentemente, in ultima istanza, la procura ha deciso di archiviare le indagini per omicidio colposo, senza riconoscere nessun colpevole, se non la fatalità, per la morte dell’uomo. Di tutt’altro avviso, invece, sarebbe la figlia, che intervistata dal quotidiano francese Le Parisien, si è detta intenzionata a muovere battaglia legale contro la piattaforma AirBnB.

La perizia tecnica nell’appartamento a Firenze avrebbe rivelato il corretto funzionamento della caldaia a gas dell’appartamento, così come che non vi era stata fuga dai fornelli. Un dettaglio, però, non convinse fino in fondo, ovvero il sistema di ventilazione dell’appartamento che non funzionava correttamente. Secondo la figlia, inoltre, l’ipotesi è che ci fosse anche una stufetta, poi rimossa perché difettosa, sulla quale gli inquirenti non avrebbero indagato. Non solo, perché AirBnB si è rifiutata categoricamente (almeno fino al 2021) di fornire i dati dei precedenti affittuari dell’appartamento a Firenze, che avrebbero potuto confermare la presenza di problemi all’impianto del gas, o della stufetta rimossa. Secondo la figlia del turista, insomma, la reticenza a collaborare della piattaforma avrebbe compromesso le indagini, portandola a decidere di muovere causa alla stessa, affinché si riapra il fascicolo sul padre.