Uno studente residente in Ucraina ha lanciato un’inquietante raccolta fondi per finanziare l’esercito del suo Paese. Si chiama “Firma il mio razzo” e consente alle persone di apporre la propria firma o un messaggio, sponsorizzando al contempo proiettili d’artiglieria, bombe e missili. Un’iniziativa che, dopo un primo obiettivo di 3.000 sterline per acquistare un drone, sta per raggiungere il milione di sterline. Moltissime persone in tutto il mondo stanno dunque contribuendo a questa raccolta fondi affinché i soldati che combattono per l’Ucraina scrivano con un pennarello indelebile nomi e messaggi su bombe, missili e un’ampia varietà di armi. Tutte destinate a uccidere delle persone.
Il Daily Mail ha scoperto che circa 200 finanziamenti di questa raccolta fondi provengono proprio dalla Gran Bretagna, richiedendo che le armi siano personalizzate con la bandiera inglese, con messaggi di cordoglio per la Regina Elisabetta II o con degli insulti rivolti al presidente russo Vladimir Putin. Quella di scrivere messaggi sulle armi non è una novità, e anzi il Regno Unito l’ha conosciuta fin dalla riconquista delle Isole Falkland dalla dittatura argentina del generale Galtieri, ma di certo è una tendenza che molte persone trovano profondamente disturbante. Perché queste armi, “decorate” con i messaggi più o meno offensivi o ironici, non colpiscono genericamente la Russia. Bensì uccidono persone in carne e ossa, con delle famiglie ad attenderli, e che spesso non hanno potuto decidere se partire per la guerra oppure no. E questo vale tanto per il conflitto in Ucraina quanto in molte altre guerre.
Raccolta fondi choc per l’Ucraina, l’inquietante iniziativa contro la Russia
Spesso la guerra porta persone assolutamente comuni, che prima conducevano una vita normale, a commettere azioni terribili. E questo vale da entrambe le parti della barricata. Eppure, fin dai tempi delle Isole Falkland c’era chi aveva trovato inquietanti iniziative simili alla raccolta fondi per la “firma della mia bomba”, perché chi commissiona quelle scritte e spende quel denaro in armi non rischierà mai la vita su un campo di battaglia, non vedrà mai quegli stessi strumenti di morte massacrare un altro essere umano, magari un soldato di leva appena ventenne o con una famiglia alle spalle, che spesso non ha idea del motivo per cui è stato mandato in Ucraina.
Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, ricorda il Daily Mail, si scrivevano messaggi e insulti sulle armi. In Europa tendiamo a identificarci con la popolazione ucraina, che combatte per difendere il proprio Paese, le proprie case e le loro famiglie contro l’invasore russo, in modo simile a ciò che fecero i nostri antenati che lottarono contro il regime nazifascista. Eppure, anche allora non tutti i tedeschi erano malvagi e non tutti supportavano il regime di Hitler.