Crollano le azioni della First Republic Bank, istituto di credito americano, che in 10 giorni è passato da un valore di 115 a 12,53 dollari. Il Corriere della Sera sottolinea come non si tratti ancora di un vero e proprio tracollo come quanto avvenuto con la Silicon Valley Bank, ma ovviamente la situazione va attenzionata anche perchè fra i clienti della banca vi sono nomi di spicco come Mark Zuckerberg, numero uno di Meta. Alla fine del 2022 la First Republic Bank godeva di 166 miliardi di dollari di prestiti in essere di cui 102 garantiti da immobili residenziali, 34 da edifici commerciali producenti reddito, 18 miliardi di prestiti commerciali e altri 10 miliardi di altri prestiti.
Una banca che gode di una clientela molto facoltosa che, come sottolinea ancora il quotidiano di via Solferino, ama coccolarla con i tipici biscotti americani con il cioccolato e il caffè sempre a disposizione, ma anche webinar gratuiti, festa di Natale per i bambini e molti altri servizi a disposizione dei correntisti. Peccato però che quando è crollata la SVB, qualcosa si sia rotto, forse per via dei timori di un possibile contagio.
FIRST REPUBLIC BANK: ECCO QUELLO CHE STA ACCADENDO
Fitch e S&P hanno così declassato il rating creditizio di First Republic, sottolineando «un’elevata percentuale di depositi non assicurati» da clienti facoltosi, che hanno quindi maggiori possibilità di trasferire i propri soldi altrove, oltre a puntare i riflettori su un rapporto prestiti-depositi del 111%, ovvero, che la banca ha prestato più denaro rispetto a quello presente in cassa.
Per cercare di evitare il tracollo 11 grandi banche hanno depositato 30 miliardi di dollari, ma ciò non è bastato, ed ora si attende il Tesoro americano: «Abbiamo utilizzato strumenti importanti per agire rapidamente e prevenire il contagio. E sono strumenti che potremmo usare ancora. Le azioni forti che abbiamo intrapreso garantiscono la sicurezza dei depositi degli americani. Certamente, saremmo pronti a intraprendere ulteriori azioni se giustificate», sono le parole della segretaria del Tesoro, Janet Yellen. In questo scenario un rialzo dei tassi di interessi, salti al 5% e ai massimi dal settembre del 2007, non sta aiutando.