Retromarcia del Ministero dell’Economia sul pagamento a rate, in 10 anni, delle cartelle esattoriali. Stando a quanto riportato dalla Stampa, i tecnici hanno costretto il viceministro Maurizio Leo alla frenata a causa di problemi di bilancio. Nello specifico, gli interessi sulle cartelle esattoriali non sono sufficienti per scongiurare il pericolo che si creino buchi sui flussi di cassa attesi dall’erario. Come promesso da Leo, sarà possibile spalmare la somma dovuta in 120 rate mensili per chi ha problemi economici, ma solo dal 2031.
Quindi, l’anno prossimo i contribuenti potranno usufruire di un piano in 84 tranche e procedere con una restituzione in 7 anni, quindi un anno in più rispetto a quanto consentito attualmente dalla normativa, che fissa anche il limite di 120mila euro. L’allungamento della rateizzazione è previsto dal decreto legislativo sulla riscossione che dovrebbe approdare lunedì in Consiglio dei ministri, anche se nell’ordine del giorno di Palazzo Chigi c’è solo l’esame definitivo di un altro provvedimento della delega, quello sui giochi.
CARTELLE ESATTORIALI A RATE: IL PIANO DEL GOVERNO MELONI
Il piano in 120 rate, che era stato per scontato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ha incontrato le resistenze del Mef per due motivi, secondo la Stampa. Da un lato il rischio legato ai conti pubblici, dall’altro perché è un’altra misura a favore di chi non paga le tasse o lo fa in ritardo. Attualmente, infatti, c’è già un piano “straordinario” in 120 mesi, ma solo se l’importo del piano ordinario a 72 rate è superiore del 20% rispetto al reddito mensile del nucleo familiare. Dunque, l’obiettivo di Leo è allargare il più possibile le maglie della rateizzazione dei debiti, rendendo praticabile la dilazione in 10 anni anche a chi non ha grandi problemi economici. Ma non accadrà subito.
La bozza del decreto legislativo sulla riscossione, infatti, stabilisce un allungamento di 12 mesi ogni biennio. Ad esempio, se nel 2025-26 le quote mensili per restituire i debiti fiscali saranno 84, nel biennio successivo saliranno a 96, nel 2029-30 invece 108 tranche, fino ad arrivare a 120 mensilità dal 2031. Il tutto, stando a una fonte citata dalla Stampa, sarà però subordinato all’impatto sui conti tramite una verifica biennale. Nel testo dovrebbe trovare posto anche lo stralcio delle cartelle che non vengono riscosse in 5 anni perché inesigibili, con l’obiettivo di sfoltire il magazzino fiscale dell’arretrato arrivato ormai a 1.200 miliardi. Non è il primo governo ad affidarsi allo stralcio delle cartelle, ma finora era stato fatto su piccole somme e con leggi ad hoc, mentre ora diventa strutturale.