Dall’Outlook Italia 2024 di Confcommercio e Censis presentato martedì scorso emerge che la situazione economica del nostro Paese resta positiva, nonostante reddito e consumi pro capite non siano ancora tornati a livelli del 2007. Tuttavia, famiglie e imprenditori restano incerti sul futuro e questo incide sulle loro spese e investimenti. Anche per questo il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli chiede che venga accelerata l’attuazione della riforma fiscale e che la Bce tagli di mezzo punto i tassi di interesse. Abbiamo chiesto un commento ad Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio della provincia di Forlì-Cesena.



L’analisi Confcommercio-Censis sembra dire che l’economia italiana sta tenendo.

Sì, anche perché l’occupazione continua a crescere e il turismo resta un settore trainante per il nostro Paese, grazie in particolare all’aumento della componente straniera. Ciò non toglie che stiamo attraversando un momento di incertezza dovuta alle guerre in corso che non possono non preoccuparci un po’ tutti.



Gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio parlano di situazione statica a marzo, con una crescita della grande distribuzione.

Anche questi dati mostrano una situazione di stabilità, anche se chiaramente sono i negozi di vicinato a soffrire di più, specie nei piccoli e medi centri urbani. Non possiamo, infatti, nascondere che l’online ha preso sempre più piede nel nostro Paese. Fortunatamente i pubblici esercizi sono in crescita ed è un bene, soprattutto per la vitalità dei centri storici che spesso rischiano una desertificazione.

Il Presidente di Confcommercio ha chiesto di accelerare il completamento della riforma fiscale. Dove si possono prendere le risorse per farlo?



Il completamento della riforma fiscale è fondamentale per garantire una crescita strutturale del nostro Pil. Diversamente permarranno condizioni di incertezza che incidono negativamente anche sugli investimenti delle imprese. Le risorse potrebbero essere reperite da un intervento su quelle poste del bilancio pubblico che rappresentano dei costi socialmente inutili. In passato sono stati fatti anche studi e analisi su quali potrebbero essere tagliate e questo potrebbe compensare le minori entrate derivanti dalla riforma fiscale, anche se resto convinto che non servano poi tante risorse.

In che senso?

Nel senso che se ci fosse una riforma fiscale che va nella giusta direzione di diminuire le tasse per tutti potrebbe derivarne una spinta importante del mondo imprenditoriale e dei consumatori che, tramite crescita del Pil, e quindi del gettito, porterebbe risorse nelle casse dello Stato.

Certamente i contribuenti con più soldi in tasca potrebbero aumentare i loro consumi. Le imprese, invece, che spinta potrebbe dare al Pil?

Ritengo che di fronte a un fisco più giusto ed equo le imprese aumenterebbero i loro investimenti contribuendo alla crescita del Pil. Se ci fosse uno Stato amico delle imprese forse molte di quelle che hanno spostato la loro sede legale all’estero potrebbero pensare di tornare in Italia: nessuno scappa per non pagare le tasse, ma perché altrove si versa il giusto e non si viene tosati come da noi.

L’altra richiesta di Confcommercio è quella di un taglio dei tassi di interesse dello 0,5%. Probabilmente la Bce potrebbe non andare oltre. Perché è così importante una diminuzione anche di un’entità che non appare poi così significativa?

L’inflazione è sotto controllo, i tassi sono stati alzati ai massimi storici proprio per domarla e ora che è scesa è giusto che il costo del denaro venga tagliato. È vero che lo 0,5% non è tantissimo, ma potrebbe alleggerire le rate dei mutui di famiglie e imprese, senza dimenticare che farebbe diminuire anche i costi di rifinanziamento del debito pubblico: sarebbe un’ulteriore fonte di risparmio con cui finanziare la riforma fiscale.

Quello del debito pubblico è in effetti un problema importante per l’Italia.

Il Governo deve avere coraggio e fare le riforme che servono, perché solo andando in questa direzione riusciremo a toglierci dalle sabbie mobili di questo debito pubblico così alto che frena un Paese che ha le potenzialità per essere uno dei migliori a livello europeo.

(Lorenzo Torrisi)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI