A fine settembre il Governo ha varato il Piano strutturale di bilancio (Psb) che declina le prossime azioni del Governo, che punta nel medio termine ad agire “su alcuni fronti principali: mette al centro il lavoro, presidia il sistema di ricerca e innovazione tecnologica, prosegue nella modernizzazione dei mercati e degli strumenti finanziari per gli investimenti, agisce sui processi amministrativi e sul funzionamento della pubblica amministrazione, accompagna l’evoluzione del mercato del lavoro e del welfare”. Le azioni in tema di fisco puntano a una riforma strutturale del sistema, con l’eliminazione delle distorsioni che lo stesso ha sulle attività economiche affinché possa essere da stimolo per la crescita economica e sociale del Paese.



La strada individuata conferma che il Governo punta a migliorare la comunicazione tra fisco e contribuente, facilitare l’adempimento spontaneo del contribuente e potenziare i sistemi di controllo. Apparentemente nulla di nuovo se non si considera il Concordato preventivo biennale (Cpb), riservato ai soggetti minori ai quali si applicano gli Isa. Il fisco, nelle intenzioni del Governo, sistemati i contribuenti più fedeli, dovrebbe poi rivolgersi ai soggetti fiscalmente più pericolosi posto che sono poco più del 4% i controlli eseguiti nei confronti delle attività soggette agli Isa (si veda Il Sole 24 Ore del 17 agosto). Chi non aderirà al Cpb, mantenendo un atteggiamento non collaborativo con il fisco, sarà inserito in liste selettive con il rischio di vedere aumentata la probabilità di essere sottoposti a controlli (il bastone).



I punti di debolezza di questa costruzione sono diversi. Gli aggiustamenti successivi che il fisco intende operare, infatti, non hanno (avevano) un “premio” finale, posto che a partire da un certo momento in poi, di biennio in biennio, non si avrebbe più interesse a proseguire nelle adesioni. È innegabile poi che procedendo in questo modo si andrebbe a chiedere sempre ai “virtuosi” ovvero a coloro che sono già di per sé fedeli e, dunque, con un beneficio in termini di gettito limitato che indubbiamente potrebbe diventare stabile. Appare evidente, dunque, che la versione iniziale del Cpb non dava alcun altro beneficio o stimolo ad aderire, da qui lo scarso interesse registrato.



Per ovviare alla carenza di adesioni è stata prevista la possibilità di aderire a una sanatoria dei redditi 2018-2022 (la carota), definita quale ravvedimento speciale, che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva da calcolarsi su una base imponibile legata al punteggio Isa conseguito nelle annualità 2018-2022. Il pagamento di quanto dovuto andrà versato in un’unica soluzione, data prevista 31 marzo 2025, oppure mediante pagamento rateale in un massimo di 24 mesi di pari importo maggiorate di interessi calcolati al tasso legale con prima rata fissata al 31 marzo 2025.

Nei fatti il Cpb integrato con lo sguardo al passato conferma come la capacità di attivare controlli siano minime e di fronte a questo valore basso si prova a fare cassa proponendo patti sul reddito da tassare operando, di fatto, una riduzione dell’aliquota media.

Ritornando al Psb va detto che il Governo ha in agenda “diversi interventi diretti a: i) introdurre un Codice identificativo nazionale (Cin) per gli immobili soggetti a locazione breve a finalità turistica; ii) assicurare un collegamento tra le informazioni derivanti dai pagamenti elettronici e dalla registrazione dei corrispettivi; iii) attuare il collegamento tra la deducibilità delle spese sostenute per trasporti, alberghi e ristoranti e i pagamenti tracciabili, incluso l’utilizzo dei cd. ‘bonifici parlanti’; iv) potenziare gli strumenti di controllo e promozione della compliance volontaria, facendo leva sull’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale”.

Rimangono fuori dall’agenda (anche se il documento che stiamo commentando non è il luogo giusto) l’armonizzazione del reddito globale (global minimum tax) e la definizione degli strumenti che dovrebbero portare a concentrarsi sugli evasori veri. Questi ultimi rimangono deresponsabilizzati e senza un’incisiva riforma del sistema sanzionatorio non si hanno grosse possibilità di recupero.

Interessante, ma tutto da verificare, è l’indirizzo che dovrà “attuare il collegamento tra la deducibilità delle spese sostenute per trasporti, alberghi e ristoranti e i pagamenti tracciabili, incluso l’utilizzo dei cd. ‘bonifici parlanti'”. Andremo verso un fisco all’americana?

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