La riforma del fisco del Governo di Giorgia Meloni ha messo a punto il sistema di riscossione delle cartelle esattoriali. Un elemento cruciale agli occhi dei contribuenti ma anche di quelli dello Stato, dato che sulle sue casse pesano 1.206 miliardi di euro di tasse arretrate. La novità, come riportato da Il Sole 24 Ore, è che a partire dal primo gennaio del prossimo anno si potrà pagare attraverso rateizzazione, con una dilazione fino a 10 anni (120 rate mensili in totale).
Le modalità di rateizzazione sono due. Il primo meccanismo riguarda i contribuenti con debiti fino a 120 mila euro che autodichiarano la propria condizione di difficoltà. Il numero di rate utilizzabili in questo caso sale dalle attuali 72 a 84 nel 2025-26, a 96 nel 2027-28 e a 108 a partire dal 2029. Nel secondo meccanismo invece i contribuenti documentano la propria crisi con l’Isee oppure nel caso di ditte individuali con dati contabili. Le rate in questo caso possono salire a 120 già dal prossimo anno.
Fisco, rateizzazione delle cartelle esattoriali fino a 10 anni: come funziona
“Aiuteremo chi vuole pagare ma non riesce”, ha annunciato il viceministro all’Economia Maurizio Leo nel presentare la riforma del fisco che ha rivisto il sistema delle cartelle esattoriali e in particolare il meccanismo di rateizzazione. L’obiettivo, attraverso le nuove modalità, è quello di “rendere la riscossione più veloce ed efficiente”. Il che, ha precisato l’esponente dell’esecutivo nelle scorse ore, “non vuol dire rinunciare a lottare contro i furbetti”.
Per ridurre ulteriormente i tempi e frenare l’emergere di nuovi arretrati, il decreto del Governo di Giorgia Meloni attua inoltre i principi di delega che chiedono all’amministrazione di notificare la cartella entro 9 mesi dall’affidamento e impone una data di scadenza pari a 5 anni agli accertamenti, con l’eccezione dei carichi sospesi, interessati da procedure esecutive o concorsuali oppure oggetto di accordi previsti dal Codice della crisi d’impresa.