Un mese di luglio da incubo per quanto riguarda le scadenze fiscali. Il governo a giugno ha rimandato al 20 luglio l’appuntamento con le tasse, che dunque si avvicina. E così imprese e partite Iva presto si ritroveranno a doverle pagare pur con le difficoltà emerse a causa dell’emergenza coronavirus. “Al governo abbiamo dei folli irresponsabili”, ha tuonato Matteo Salvini su Facebook. Il leader della Lega aveva chiesto di spostare almeno al 30 settembre le scadenze col Fisco e di dare la possibilità di rateizzarle, proprio per andare incontro alle imprese. E invece “arriva un 20 luglio da bollino rosso, pieno di scadenze: Irpef, Ires, Inps e Iva”. E chi non riuscirà a pagarle andrà incontro a sanzioni. “Una vergogna”, conclude Salvini. Quando è stata ufficializzata la proroga dei versamenti dell’Iva e delle imposte dirette (Irpef e Ires) al 20 luglio è stata data la possibilità di allungare ancora i termini dal 21 luglio al 20 agosto, pagando però una maggiorazione dello 0,40 per cento. Una scelta, quella di inserire la sanzione, che è stata duramente contestata.



SCADENZE FISCO IVA E IRPEF: NIENTE RINVIO A SETTEMBRE

L’anno scorso grazie alla lega queste scadenze fiscali vennero spostate a settembre”, spiega Matteo Salvini. E all’epoca non c’era neppure l’emergenza coronavirus a destabilizzare il sistema economico. Per questo ci si chiede come mai non sia possibile fare lo stesso quest’anno o prevederlo solo per le imprese più in difficoltà. “E che cosa costerebbe spostare gli acconti sulle tasse del 2021 all’anno prossimo? Volere è potere, ma questo governo detesta le aziende e il lavoro autonomo e tutti i loro dipendenti”, ha attaccato il leader della Lega. E così il 20 luglio si concentreranno diversi adempimenti per gli imprenditori: pagamento del diritto annuale alla Camera del Commercio, imposta di bollo su fatture elettroniche emesse nel secondo trimestre per importi superiori a mille euro; versamento imposte e contributi previdenziali e assistenziali in base alla dichiarazione dei redditi di partite Iva e soci do società. E a settembre la situazione non sarà migliore, ma mentre divampa il dibattito politico, imprese e partite Iva si ritrovano a dover metter mano a casse sempre più esigue.

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