L’agricoltura italiana sta attraversando un momento di grande fragilità, minacciata tanto dai cambiamenti climatici quanto dal divieto europeo di utilizzare i fitofarmaci. Come analizza il Sole24Ore, in pericolo ci sono prodotti come le pere, le carote, le patate, le barbabietole e le fragole in serra. La coltivazione delle patate si è dimezzata in quindici anni, crollando da 70mila ettari alla stima per il 2023 di 30mila ettari. Come ha spiegato Davide Vernocchi, coordinatore Ortofrutta Alleanza Cooperative Agroalimentari, le cause sono da ricercarsi nella soppressione di alcuni pesticidi contro agenti patogeni che stanno decimando il comparto. Utilizzati però da altri Stati a cui l’Italia si rivolge per le importazioni.



La produzione del tubero cresce in Nord Africa, con metodologie e principi attivi che noi abbiamo abbandonato anni fa – ha sottolineato Davide Vernocchi – lo scenario che si prospetta è di una Italia che produrrà sempre meno e che importerà sempre più da Paesi che coltivano con sistemi produttivi pericolosi per la salute”. Da parte delle principali cooperative e consorzi è stata inoltrata al Ministro della Salute la richiesta di poter reiterare l’uso “in situazioni di emergenza” dell’1,3D Dichloropropene, una molecola che combatte i nematodi fitoparassitari ritirata nel 2018, in attesa di nuovi dati di sperimentazione. Secondo i firmatari, da questa molecola dipende la sopravvivenza di intere produzioni quali la carota e la fragola in vivaio, che hanno un giro di affari ciascuna di 250 milioni e 340 milioni di euro.



Fitofarmaci vietati in Europa, i rischi per l’Italia: aumenta la dipendenza da Paesi terzi

Come ricordano i produttori al Sole24Ore, l’Italia produce meno di quanto consuma e pertanto dipende dall’importazione dagli altri Paesi. Che però spesso non hanno controlli sui fitofarmaci utilizzati in agricoltura. Una caratteristica questa destinata ad aggravarsi, anche per quanto riguarda il mais e le mele, che non reggono la concorrenza con i Paesi dell’Est Europa dopo la chiusura dei legami commerciali con la Russia.

Per Coldiretti, se la resa dell’agricoltura italiana dovesse continuare a crollare in seguito al divieto di utilizzare alcuni fitofarmaci, di conseguenza aumenterebbero le importazioni da Paesi che utilizzano proprio quelle stesse sostanze. Per il momento, da parte del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, arriva questa risposta: “continueremo in maniera sempre più intensa a sostenere tutte le nostre filiere, a partire da quelle che vivono una fase di difficoltà. Lo stiamo già facendo con il Fondo per la sovranità alimentare e i suoi cento milioni di euro a supporto delle filiere produttive nazionali, ma anche con i contratti di filiera, che si pongono come risposta organizzata e strutturale nel settore della produzione agricola e della trasformazione”.