L’economista francese Jean Paul Fitoussi ha commentato tra le pagine de Il Fatto Quotidiano di oggi la grande enfasi con la quale viene descritto il Recovery Fund. Senza giri di parole spiega: “Non è il mondo nuovo delle relazioni e della solidarietà. Rappresenta – nelle migliori delle ipotesi – un sostegno di circa mille euro pro capite per sostenere e superare una crisi invece epocale, così grande da essere fino a qualche mese fa inimmaginabile”. Cosa approva, dunque, delle azioni di Bruxelles? Indubbiamente il principio di mutualità che lui definisce un grande passo avanti: “riceve chi ne ha più bisogno e invece dà chi sta meglio”. Tuttavia, spiega l’economista, dovrà passare del tempo per poter dire se si tratta di una vera e propria rivoluzione o piuttosto di un fuoco d’artificio. Senza giri di parole Fitoussi si dice non tanto convinto dell’esistenza di una nuova Europa. A suo dire, stare insieme in queste condizioni “significa essere molto più deboli, perchè ognuno ha diritto di imporre il proprio veto, la propria condizione”. A suo dire, “si è schiavi del Rutte di turno che deve far vedere al suo Salvini di turno, oggi il populista olandese Geert Wilders, che lui è capace di sfasciare tutto ancora meglio del suo competitore di primavera alla poltrona di primo ministro”.
FITOUSSI “RECOVERY FUND? POCA ROBA”: ECONOMISTA COMMENTA L’UE
Come è l’Europa prima e dopo il Recovery Fund? Secondo l’economista Fitoussi, politicamente per l’Europa non sarebbe cambiato nulla, “Perché averla allargata senza aver approfondito il senso del legame, senza una politica fiscale comune, che senso ha avuto?”, di domanda. Con il Coronavirus si è tuttavia “svegliata” dal sonno profondo: “la Merkel ha capito che senza l’Europa la Germania sarebbe un Paese senza potere”. Eppure l’economista francese ci tiene a mettere in guardia: ” ogni cittadino europeo è destinatario di una somma pari a circa mille euro per ripartire, rinascere, ritrovare la strada dello sviluppo. Un cittadino americano ne riceverà settemila. Il rapporto di uno a sette illustra la condizione di fragilità dell’Unione che è la sintesi di un governo senza democrazia”, commenta. Da grande sostenitore dello Stato imprenditoriale, infine, Fitoussi ha approvato ampiamente la scelta del governo italiano di acquisire il controllo di Autostrade. Tuttavia, a suo dire, il vero banco di prova per il premier Conte così come per gli altri leader europei “è far pagare le tasse a Google e Apple che non sono più multinazionali ma Stati sovrani”.