LA NOMINA DI FITTO “SPACCA” LA MAGGIORANZA VON DER LEYEN: RENEW DI MACRON PROTESTA
Non è ancora ufficiale eppure già nella maggioranza di Ursula Von der Leyen i primi malumori aleggiano per “colpa” dell’Italia: Raffaele Fitto viene dato in pole per la nomina non solo di vicepresidente esecutivo dell’Unione Europea ma anche con portafoglio di peso legato alla delega Economia e PNRR. E così il Ministro per gli Affari Ue, unico nominato dal Governo Meloni per far parte della prossima Commissione Europea, potrebbe scalare rapidamente i ruoli all’interno dell’organismo europeo sfruttando le ottime referenze, i buoni rapporti instaurati in questi anni di politiche Ue a Bruxelles e sopratutto mettendo a punto il “patto Meloni-PPE” siglato dal leader Manfred Weber negli scorsi giorni a Palazzo Chigi.
Eppure a Renew Europe, il gruppo dei liberali europei guidato da Emmanuel Macron, non ha ben digerito il ruolo di prestigio che sarebbe stato affidato a Fitto, in quota FdI-ECR e dunque non direttamente componente della maggioranza a sostegno di Ursula Von der Leyen (che conta, oltre RE, anche PPE, PSE e Verdi). «C’è preoccupazione per la nomina di Raffaele Fitto», fa sapere all’ANSA la presidente di Renew Valerie Hayer durante l’incontro con la Presidente Ue nella giornata di ieri. Sebbene ancora la nomina ufficiale dell’intera Commissione non sia stata confermata, i malumori dei macroniani mettono in evidenza una spaccatura già importante all’interno del prossimo governo Ue.
ACCORDO MELONI-PPE SU FITTO VICEPRESIDENTE ESECUTIVO PER ORA TIENE, MA DALLA FRANCIA…
Il non-voto di Meloni a Von der Leyen prima dell’estate sembrava preparare rapporti molto Tei fra l’Italia e Bruxelles eppure così non è stato: le difficoltà politiche di Macron in Francia e Scholz in Germania hanno messo ancora più in evidenza la necessità di avere un rapporto amicale e stabile con l’Italia del Centrodestra. La garanzia di Weber in accordo con Meloni e la nomina di un europeista doc come Raffaele Fitto ha fatto il resto, portando il nome dell’ex Forza Italia (e dunque popolare) come prossimo vicepresidente esecutivo dell’Ue.
«Ursula von der Leyen metterebbe tra i pesi massimi della Commissione europea un commissario di estrema destra che, tra l’altro, non l’ha sostenuto»: così ancora Hayer stronca l’ipotesi di Fitto vicepresidente, non tenendo conto della storia politica del ministro per gli Affari Ue che tutto è fuorché un pericoloso estremista destrorso. Renew a mette a questo punto a rischio il proprio voto alla prossima Commissione tentando di rompere il patto siglato da Popolari e Premier italiana: l’accordo per ora tiene ma dalla Francia i “siluri” mandati contro Von der Leyen potrebbero minare l’ascesa di Fitto alla guida di un dicastero così importante a Bruxelles.
Sarebbe di fatto “singolare”, al di là della fede politica, che un partito da sconfitto qual è stato alle Europee possa non solo aver etero-diretto la nuova maggioranza Von der Leyen ma che metta a repentaglio il criterio di nomina dei commissari che non spetta a Bruxelles, bensì ai singoli Paesi membri. Un “gioco” non molto dissimile a quanto fatto a Parigi con il Governo locale, con quasi due mesi di vuoto politico per evitare di nominare Premier una figura ostile al “centro macroniano” (e puntando alla fine sull’europeista Barnier). Davanti ai timori dei liberali e degli stesso socialisti, che con Fitto alla vicepresidenza esecutiva dell’Ue temono di veder diminuire il peso specifico di Teresa Ribeiro, sono le parole di un componente di Renew (ma italiano) a sorprendere: Matteo Renzi, pur rimanendo impegnato a costruire un asse di Centrosinistra contro Meloni, spiega che la nomina di Raffaele Fitto è ottima e va difesa. «Fitto è un sincero democratico e un politico capace», spiega il leader di Iv-Renew, aggiungendo come il Ministro è «garanzia di serietà».