Si è tenuto a Milano e in altre 19 città d’Italia, con particolare riferimento a quella che, senza dubbio, può essere considerata la zona rossa dell’emergenza Coronavirus (la Lombardia), il flash mob degli infermieri, scesi in piazza per onorare la memoria dei loro colleghi che si sono arresi dopo un’estenuante battaglia contro il Coronavirus e, in seconda battuta, per rivendicare i loro diritti. Immagini che hanno riportato alla memoria i momenti drammatici vissuti nelle scorse settimane in tutto il nostro Paese, rafforzate dai palloncini rossi utilizzati per simboleggiare chi non c’è più e dai tantissimi cartelli recanti scritte diverse: “A parole elogiati, in pratica ignorati”. Oppure: “Angeli per tre mesi, precari per la vita”. E ancora: “Non fateci tornare invisibili”, “Vogliamo dignità”. Una protesta ordinata e composta, alla quale, nel capoluogo meneghino, hanno preso parte all’incirca cento professionisti, regolarmente distanziati secondo quanto previsto dai protocolli sanitari e tutti con indosso le mascherine protettive.



FLASH MOB INFERMIERI MILANO: CHIESTO AUMENTO STIPENDI

Le motivazioni alla base delle rivendicazioni da parte degli infermieri che hanno dato vita al flash mob in piazza Duomo a Milano e in altre diciannove città d’Italia sono da ricercarsi in alcuni dati statistici che ben evidenziano la loro situazione lavorativa e, non ultimo, il gap salariale che li separa dai loro omologhi d’Europa. Per questo, durante la protesta (e non solo) sono stati richiesti l’aumento degli stipendi e delle indennità, il riconoscimento delle competenze specialistiche, la valorizzazione dei percorsi di studi post laurea e l’abbattimento del precariato. E per veicolare con ancora più forza queste istanze, gli organizzatori dell’evento andato in scena quest’oggi hanno fatto sapere di essere già al lavoro per predisporre un raduno di carattere nazionale per il mese di luglio, sempre a Milano, con il coinvolgimento del Movimento Nazionale Infermieri e Nursing Up.

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