Pronta dal governo l’annunciata riforma fiscale che coinvolgerà sia gli autonomi con partita IVA che i lavoratori dipendenti. La nuova legge dovrebbe oltre che garantire meno tasse per le imprese già dal 2023, anche un nuovo ritocco delle aliquote IRPEF per tutti. La più attesa novità è quella dell’entrata in vigore della cosiddetta Flat Tax. Cioè una tassa fissa forfettaria per le partite iva, fissata al 15% per tutti i ricavi entro 85mila euro. Precedentemente la soglia era fissata a 65mila. L’imposta fissa sarà sostitutiva di IRPEF, IRAP e IVA.



Già a partire da quest’anno dunque sarà possibile attivare il nuovo regime forfettario100mila euro altrimenti scatta immediatamente il regime ordinario ad aliquota progressiva. Prevista anche una soglia di transizione per partite iva che supereranno gli 85mila euro ma resteranno entro i 100mila. Questi contribuenti potranno uscire dal regime flat tax l’anno successivo. Il beneficio interesserà circa 100mila titolari di partita IVA. Obiettivo principale del governo sarà quello di semplificare al massimo il regime fiscale. Questo prevede un ulteriore ritocco anche dell’IRPEF per i dipendenti. Ci saranno meno trattenute in busta paga per molti.



Riforma IRPEF: meno tasse in busta paga per i dipendenti

Come funzionerà la riforma IRPEF, che insieme alla Flat Tax è stata annunciata dal governo come una delle maggiori novità da attuare a breve? Attualmente le aliquote IRPEF in vigore sono quattro, erano già state ridotte lo scorso anno. E sono pari a:

  • 23% fino a 15mila euro;
  • 25% oltre i 15mila ed entro i 28mila;
  • 35% da 28mila a 50mila;
  • 43% oltre 50mila euro.

La nuova riforma prevede quindi una ulteriore riduzione delle aliquote, che diventeranno tre: al 23% al 27% ed al 43%. Il risparmio interesserà quasi tutti i dipendenti, ma i maggiori vantaggi saranno per chi supera i 30mila euro di reddito, per i quali sparirà la fascia intermedia del 35%. Le polemiche non sono mancate per quanto riguarda la riforma fiscale, soprattutto perchè le intenzioni del governo sono quelle di eliminare anche la “no tax area” che coinvolge sia dipendenti che pensionati e soprattutto rivedere l’attuale sistema di detrazioni fiscali, collegandolo al reddito più che alla quota irpef pagata.



Questo significa che anche chi ha redditi molto alti potrebbe beneficiare delle agevolazioni fiscali e sconti sulle tasse che ora invece non sono previste. Oltre a questo resterebbe il problema del minor gettito fiscale, provocato dall’abbassamento delle aliquote, che potrebbe essere un rischio per il governo traducendosi in meno soldi per i servizi.