BEPPE SALA CRITICA LA FLAT TAX: “UNA BALLA E UN ERRORE CLAMOROSO”

Assieme al Reddito di Cittadinanza e al salario minimo, la Flat Tax sarà (è già) uno dei temi più discussi e dibattuti nella campagna elettorale più “corta” della storia repubblicana: davanti alle proposte partorite dalla Lega e da Forza Italia (integrate solo in parte nella bozza di programma approvata ieri sera dal Centrodestra compatto, qui il focus), il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha contestato pubblicamente la misura della “tassa piatta”, criticandola su più elementi. «La Flat Tax sarebbe un errore clamoroso», scrive il “deus ex machina” assieme a Luigi Di Maio dell’iniziativa “Impegno Civico”. Secondo Sala sono due i motivi principali per cui la Flat Tax proposta da Salvini e Berlusconi è una “presa in giro” (come ribadito anche da Pd e futuro “Terzo Polo”) degli elettori.



In primis, «la Flat Tax è economicamente insostenibile per un paese già enormemente indebitato»; in secondo luogo, la progressività delle tasse «è stata una conquista politica e sociale per una maggiore equità, che va difesa» mentre con la proposta della “tassa piatta” tale progressività verrebbe messa a rischio secondo Beppe Sala. In conclusione, il sindaco di Milano sottolinea come «in questa triste campagna elettorale c’è una vittima sacrificale: la verità». Secondo l’ex Pd e Verdi, «Chi non ha il coraggio di dire la verità alle italiane e agli italiani non può nemmeno avere un’idea di futuro. E figuriamoci se può avere credibilità e concretezza».



LA LEGA REPLICA A SALA: “FALSO, LA FLAT TAX NON ELIMINA PROGRESSIVITÀ IRPEF”

Una prima replica netta al sindaco di Milano è giunta dal diretto interessato alla critica scagliata da Beppe Sala: secondo Matteo Salvini la superficialità non sta nella Flat Tax ma nelle critiche della sinistra. «qualcuno o è distratto o non capisce. Sento Sala o Letta che scherzano sulla flat tax ma ignorano che già esiste per 2 milioni di Partite Iva, non stiamo promettendo qualcosa di inesistente ma qualcosa che già funziona e va esteso». Scendono in campo anche i Governatori di Regione leghisti, da Fontana a Zaia passando per Fedriga, Fugatti, Solinas e Tesei: «La flat tax è già realtà per due milioni di Partite Iva, rafforzarla ed estenderla a famiglie e imprese è un obiettivo ambizioso ma necessario che si può raggiungere nell’arco di una legislatura. Va evitata invece, senza se e senza ma, la patrimoniale che aumenterebbe la pressione fiscale».



Decisamente più duro il commento in risposta a Beppe Sala che arriva dal responsabile Economia del Carroccio, il senatore Alberto Bagnai: «Respingiamo al mittente le accuse di superficialità rivolte dal sindaco di Milano Sala al progetto di flat tax della Lega. È superficiale chi esula dalle proprie competenze, come Sala, un sindaco che visibilmente è in affanno nel garantire la sicurezza e il decoro urbano della città da cui è stato incautamente eletto, e che non dovrebbe avventurarsi in campi che non conosce come quello del diritto tributario». Secondo Bagnai è fattualmente errato dire che «la flat tax intacchi il principio di progressività dell’imposta. La progressività dell’Irpef è garantita già oggi dal sistema delle deduzioni e delle detrazioni che la flat tax della Lega mantiene pur semplificandolo. È sintomo di grave ignoranza dei fatti dire che la flat tax sia economicamente insostenibile». Il senatore della Lega ribadisce poi la linea del partito in merito alla proposta poi giunta a livello comune nel programma del Centrodestra: scrive ancora Bagnai nella nota, «La realizzazione della Flat tax prevede fasi successive delle quali la prima, l’estensione a 100.000 della cosiddetta mini flat tax, era già stato coperta nella legge di bilancio 2019 e la seconda, l’estensione alle famiglie, richiede risorse analoghe dell’ultimo decreto emanato dal governo, per il quale non è stato necessario uno scostamento di bilancio. Il PD, che prospera sulle clientele burocratiche, è nemico della flat tax perché questa porta semplificazione e chiarezza nel rapporto fra fisco e cittadino».