Dopo la smentita delle frizioni con Matteo Salvini sulla realizzazione della flat tax da parte del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ecco che i suoi colleghi europei chiedono conto al titolare del Mef dei buoni propositi relativi agli obiettivi di deficit. Come riportato da La Repubblica, il commissario agli affari economici Pierre Moscovici è stato chiaro:”Penso che i ministri daranno comunque il sostegno alla commissione, ma vogliamo evitare la procedura sul debito contro l’Italia. Sono necessari nuovi fatti, nuove cifre, dati per il 2019 e il 2020, non bastano le intenzioni”. Un concetto ribadito anche dal presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, che ha dichiarato:”E’ importante che l’Italia chiarisca tutte le decisioni politiche che sono necessarie per conformarsi alle regole del Patto di Stabilità, questo è importante anche per la stabilità dell’eurozona”. (agg. di Dario D’Angelo)



LA POSIZIONE DI GIOVANNI TRIA

Nessun passo indietro sulla Flat Tax, “niet” secco anche ad eventuali manovre correttive e inoltre smentita di presunte liti col Ministro degli Interni, Matteo Salvini, nel corso dell’ultimo vertice di Governo. È netto il titolare del MEF, Giovanni Tria, nel rispondere alle domande della stampa nel corso del vertici europeo che riunisce oggi i vari Ministri delle Finanze e sul cui tavolo oggi non c’è solo l’agenda dell’esecutivo italiano in merito alla prossima manovra economica ma pure anche la probabile proceduta della Commissione per deficit eccessivo. “Sulla Flat Tax ero favorevole in passato” ha detto Tria, negando di essere mai stato contrario, ma allineandosi alle posizioni del premier Giuseppe Conte e del suo vice Luigi Di Maio quando precisa che “la riforma dipende da come e quando si fa…” e quindi ponendo un freno al ‘tutto e subito’ che sembra essere la linea invece del leader del Carroccio. “Sulla procedura di infrazione stiamo invece facendo un negoziato per raggiungere gli obiettivi di deficit che abbiamo e abbiamo intenzione di dimostrare di poterli raggiungere senza il bisogno di misure correttive” ha detto con sicurezza il Ministro dell’Economia, garantendo che in caso contrario il Governo avrebbe già pensato a una Manovra bis. (agg. di R. G. Flore)



TITOLARE MEF, “NO A MANOVRA BIS”

«Io in passato ero favorevole alla flat tax. Bisogna vedere le compatibilità, ma non sono mai stato contrario alla flat tax», spiega così il Ministro Tria prima di entrare alla riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo dove il tema dell’Italia e della procedura d’infrazione saranno certamente centrali nelle discussioni. «Stiamo facendo un negoziato, dimostreremo alla Commissione che abbiamo degli obiettivi di deficit e che raggiungeremo quegli obiettivi che ci mettono in posizione di sicurezza. Non abbiamo bisogno di misure correttive». Uno dei punti chiave – per il Governo – di rilancio della propria economia per uscire dalla crisi è proprio la riduzione delle tasse, anche se per il Mef il taglio deve avvenire all’interno del Patto di Stabilità e nel rispetto del deficit: «La lettura dei giornali di stamattina ha destato il mio più grande stupore. Nessuna lite con il ministro Salvini sulla flat tax» contesta il Ministro Tria con sorriso sardonico, non prima di lanciare una stoccata «ognuno lavora per il bene del Paese nel proprio operato dei Ministeri. Mi chiedo chi diffonde e da dove vengono queste notizie del tutto destituite di fondamento che vengono passate alla stampa. Con un interrogativo: cui prodest?», conclude il Ministro del Tesoro.



SALVINI VS TRIA SUL TEMA TASSE

Se non è scontro, è sicuramente “frenata” quella vista ieri sulla Flat Tax durante il vertice di Governo alla presenza di Conte, Salvini, Di Maio, Tria e dei tecnici del Mef: come detto da Palazzo Chigi in una nota, serviranno altre riunioni tecniche per costituire la migliore risposta possibile della Lettera da inviare alla Commissione Ue sulla procedura d’infrazione e con essa vi saranno certamente tutte le migliorie possibili da parte di Lega e M5s per approntare una Flat Tax – o comunque una legge per abbassare le tasse – che però abbia le coperture giuste e che non porti in ulteriore deficit un’economia come quella italiana sotto il mirino delle possibili sanzioni Ue. Salvini ieri ha spinto affinché si continui sulla strada della Flat Tax ma Tria ha fatto capire con chiarezza di non avere nulla in contrario alla norma basta che abbia le giuste coperture: per Di Maio, sentito ieri fuori dal vertice economico, «si può fare ma basta che non si aumenti l’Iva per farla». Il leader della Lega ha abbandonato prima il vertice e nel pomeriggio ha incontrato i Ministri del Carroccio: sono bastati questi due elementi per immaginare un possibile strappo nel Governo che per ora, comunque, resta solo un’ipotesi giornalistica.

SCONTRO SULLA FLAT TAX: LA POSIZIONE DEL M5S

«Abbiamo fatto a Palazzo Chigi una riunione economica interessante e molto utili. Abbiamo cominciato un percorso su alcune voci: export, investimenti, edilizia, che e’ importante perche’ se riparte l’edilizia riparte il Paese. Ci sono troppe poche gru e se un paese riparte si vede dalle gru», aveva commentato ieri lo stesso Salvini nell’attesa che il Governo impianti una struttura solida da presentare nella trattativa con la Commissione Ue. Il percorso non è facile anche perché al momento Lega e M5s non intendono farsi dettare le condizioni da Bruxelles, mentre Conte e Tria chiedono un maggiore dialogo per evitare una procedura d’infrazione letale per i conti pubblici e l’economia del nostro Paese. «Io ieri non ho visto il ministro Tria che diceva no, la Flat Tax non si può fare o non si può contemplare alcun tipo di deficit – ha detto ai microfoni di Radio Anch’io il leader del M5s Luigi Di Maio -. Quando l’incontro è finito ci siamo alzati tutti quanti, il ministro dell’Interno non ha partecipato dopo a questioni più tecniche che riguardavano altri ministeri»: nel difendere l’unità interna, seppur difficile, al Governo, il vicepremier M5s ha poi spiegato sempre nell’intervista mattutina «Giuseppe Conte e Giovanni Tria, hanno pieno mandato per trattare con l’Ue. Ci siamo detti tutti che di manovre correttive non se ne fanno. Noi investiamo sulla crescita e per fine anno, nella legge di Bilancio, metteremo a posto tutto quello che c’è da mettere a posto. Non vogliamo tensioni clamorose con l’Ue ma al centro dobbiamo mettere sempre gli italiani, non i numerini».