Flavia Borzone ed Elettra Lamborghini sono sorelle, lo prova il Dna“: questa, secondo quanto riporta Ansa, la tesi della difesa della sedicente figlia di Tonino Lamborghini durante il processo per diffamazione ai danni di quest’ultimo in corso Bologna, imputate la giovane, 35 anni, e sua madre Rosalba Colosimo, cantante lirica. La questione sarebbe stata riportata nella recente udienza dopo le analisi su un campione di saliva che un investigatore privato avrebbe prelevato dalla cannuccia di un frullato consumato dall’ereditiera.



Attraverso carta stampata e tv, Flavia Borzone si era rivolta ad Elettra Lamborghini chiedendole di farle conoscere “papà Tonino” e presentandosi come sua sorellastra, nata nel 1988. Dichiarazioni dalle quali sarebbe scaturita una denuncia presentata ai carabinieri sfociata nel processo per diffamazione in corso davanti al giudice Anna Fiocchi. I legali delle due donne imputate, Sergio Culiersi, Gian Maria Romanello e Carlo Zauli, secondo la ricostruzione dell’agenzia di stampa avrebbero presentato i risultati della comparazione tra il Dna di Flavia Borzone e quello della cantante e modella. “Non volevo offendere nessuno, solo sapere di chi sono figlia“, avrebbe dichiarato la prima.



Flavia Borzone, la replica dei legali di Lamborghini: “Il processo è per diffamazione”

Flavia Borzone, a processo per diffamazione ai danni di Tonino Lamborghini insieme alla madre, Rosalba Colosimo, sostiene di essere la figlia “segreta” e la difesa, nella recente udienza a Bologna, avrebbe parlato di esami genetici che lo confermerebbero. “Abbiamo ingaggiato quattro investigatori privati per le nostre indagini difensive – hanno spiegato gli avvocati delle due imputate al Resto del Carlinoe siamo riusciti ad acquisire una cannuccia con la saliva di Elettra, prelevata da un frappé che la cantante aveva bevuto. Sono emersi elementi granitici in quest’udienza, che dimostrano come la nostra assistita ed Elettra Lamborghini siano sorelle. E dunque, figlie dello stesso padre: per noi questo basta a far cadere l’accusa di diffamazione, perché le donne hanno solo detto la verità“.



La replica dell’avvocato di Tonino Lamborghini, Mauro Bernardini, non si è fatta attendere: “In questo processo era già stato chiesto dalla difesa un esame del Dna, che è stato respinto dal giudice. La sede deputata per un simile accertamento è la causa civile. Il punto del processo in atto sono invece le frasi diffamatorie pronunciate nei confronti del mio assistito, dando per scontato che la figlia e l’imputata siano sorelle e trattandolo, per questo, in malo modo“. Secondo lo stesso avvocato, il Dna sarebbe stato acquisito dalla controparte “in modo illegale” e per questo sarebbe inutilizzabile. Prossima udienza a maggio.