Flavio Insinna sta vivendo un’estate tutta nuova grazie alla conduzione dello storico programma cult “Il pranzo è servito”, rivisitato in chiave moderna e proposto tutti i pomeriggi in diretta su Rai Uno. “Il confronto non c’è – dice però a riguardo lo stesso conduttore, parlando con i microfoni del Corriere della Sera in data 4 luglio – è come un calciatore con Pelé: giochi anche tu a pallone, fai lo stesso sport, con la stessa palla e le stesse regole, ma non sono pazzo, non c’è nessuna presunzione di confronto”. Il presentatore di casa Rai è senza dubbio uno dei volti più noti degli ultimi anni, apprezzato sia nelle vesti di conduttore ma anche di attore, ma lo stesso non vuole farsi chiamare artista: “Se artista è associato a Picasso, io non posso stare nella stessa frase. E non è finta modestia. È consapevolezza”.



E nonostante una carriera ormai trentennale, il presentatore romano non si è ancora abituato al mondo della tv e dello spettacolo: “Se il mestiere lo senti, non ti abitui mai, è sempre un debutto, si riparte ogni giorno da zero a zero perché non hai fatto niente, è questo l’insegnamento del teatro. Quell’ansia lì c’è sempre, poi cerchi di tramutarla in forza, tenti di non farti paralizzare, ma non sarà mai una passeggiata. L’ansia, tanta, ci sarà sempre. Ho un entusiasmo intatto dentro di me, sono ancora quasi incredulo. Io non mi approccio mai da addetto ai lavori. A Proietti, ho studiato con lui, non sono mai riuscito a dire ciao Gigi”.



FLAVIO INSINNA: “POLITICA? LA FACCIO NEL MIO PICCOLO”

Tanto spettacolo ma anche tanti impegni nel sociale: “Io ho un rapporto fortissimo con Gino Strada e Emergency; con il sindacalista Aboubakar Soumahoro; ho un’attività importante nelle terre confiscate dalla camorra a Maiano di Sessa Aurunca. Nel mio piccolo faccio politica così. Penso che la grandissima fortuna che ho avuto nella mia vita la devo rimettere in circolo. Mio papà era medico – spiega – e mi ha insegnato che ci si aiuta, ci si salva, in mezzo al mare ancora di più”.

Impossibile non fare una domanda su Antonio Ricci, dopo la nota querelle scoppiata a seguito di uno storico servizio di Striscia La Notizia: “Io vivo a Roma, non mi è capitato di incontrarlo… Sono una persona coscienziosa, io devo fare pace con me, con il mio comportamento: se lo sbagli, lo sbagli. Non c’è se e non c’è ma. Io devo fare pace con me, devo perdonarmi io. Da dove viene questo rigore? Viene da mio padre che era siciliano ma in famiglia soprannominavano il tedesco. Io sono quello che pensa sempre di aver portato poche pastarelle”.