Ad ispirare Flavio Insinna, primo ospite della puntata di Domenica In, sono stati i grandi nomi della televisione italiana, da Corrado a Raffaella Carrà. “Non è ripetibile la tv del passato ma almeno la custodiamo nel nostro cuore”, ha commentato dopo la visione di alcuni filmati storici del nostro piccolo schermo e dei suoi protagonisti. Ad ispirarlo è stato però Alberto Sordi. “Mi manca la vita di Don Bachy, Don Lurio e poi tutti i don li ho fatti”, ha ironizzato ricordando le sue interpretazioni nelle varie fiction tv indossando i panni di religiosi. L’ospitata in coppia con Valeria Fabrizi ha visto diversi momenti comici con la complicità della padrona di casa Mara Venier. Non sono mancati i numerosi omaggi al conduttore Rai, con i filmati delle sue presenze in tv più importanti, tra programmi condotti e fiction che lo hanno visto protagonista. “Mara, abbiamo finora scherzato, ma trovare queste cose dal passato ci vuole un grandissimo lavoro!”, ha commentato Insinna. In merito al suo essere sempre sorridente, ha poi raccontato un retroscena al culmine del quale ha commentato: “Per campà tocca divertisse, se ti diverti, pensa, ci pagano pure!”. “Possiamo essere orfani e c’è una parola, se un genitore perde un figlio non c’è la parola”, ha commentato ancora Insinna parlando del grande dolore per la perdita di un figlio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Flavio Insinna a Domenica In

Flavio Insinna torna a Domenica In a meno di un anno di distanza dall’ultima intervista concessa a Mara Venier. Lo fa alla luce del suo successo al timone de “L’Eredità”, il quiz show in onda nella fascia pre-serale di Rai 1 che continua a macinare consensi. Il conduttore parlerà della carriera, dei piccoli momenti di difficoltà, ma anche dei suoi primi passi nel mondo dello spettacolo. La sua prima volta in un film, svela infatti in una intervista concessa a Tv Sorrisi e Canzoni, è stata quella sul set di “Figli di Annibale”, una pellicola che l’ha visto recitare accanto a Diego Abatantuono. “La notte precedente il primo giorno di lavoro mi venne la febbre a 40 per l’agitazione – racconta Flavio Insinna – Giravo nella stanza con la coperta addosso sperando di sudare e di farla scendere, ma niente. Arrivai sul set trascinandomi e Diego Abatantuono da lontano mi chiamò: “Ma che fai lì da solo? Vieni!”. Cominciammo a chiacchierare e la febbre magicamente scese. Diego ebbe un effetto terapeutico”.



Flavio Insinna, “Terende Hill e Nino Frassica? Come giocare con Pelè e Maradona”

Per Flavio Insinna, la vera consacrazione è arrivata sul set di don Matteo, dove per ben cinque fortunate stagioni ha vestito i panni del Capitano dei Carabinieri Flavio Anceschi. Ripercorrendo quel periodo in un’intervista concessa a Stefania Zizzari per Tv Sorrisi e Canzoni, Insinna ricorda quello che può definirsi come “un nuovo inizio”, anche se ritrovarsi sul set con due mostri sacri della recitazione come Terence Hill e Nino Frassica è stato un po’ “come giocare con Pelè e Maradona”. A metterlo a suo agio, l’ironia di Nino Frassica: “ha cominciato a scherzare e a dirmi: “Se hai un dubbio parliamone e se c’è qualcosa da sistemare dammi una mano, che qui è complesso: la commedia, il giallo, l’indizio, il dettaglio…”. Io mi sono sentito subito coinvolto e 100 chili più leggero”. Di quel periodo, infatti, Flavio Insinna ricorda con affetto soprattutto alcuni aneddoti legati all’amatissimo Frassica, che al mattino raggiungeva la sala trucco “con tanti pezzettini di carta tutti scritti con gli appunti” da condividere.



“L’eredità? Una situazione complicatissima, ma…”

Ospite a Domenica In, Flavio Insinna parlerà dell’amore, degli affetti, ma soprattutto del suo recente percorso a L’Eredità, un trionfo di ascolti che deve il suo successo soprattutto ai consigli ricevuti dal collega e amico Carlo Conti. “Mi ha accolto così: “Flavio, mettiti nel camerino numero 8, è quello accanto al mio. Qualunque dubbio, mi bussi e ne parliamo” – ha spiegato Insinna a Tv Sorrisi e Canzoni. “E così è stato”. Il conduttore ha infatti fatto tesoro dei consigli ricevuti da Conti, ma non dimentica i timori dei primi giorni, quando ha preso il posto che in passato fu dell’indimenticabile Fabrizio Frizzi: “puoi mai pensare che quel gioco si chiama “L’eredità” e tu lo prendi da un amico fantastico che non lo lascia per andare a fare Sanremo ma perché non c’è più? – spiega Insinna – Ho parlato tanto con Carlo, con gli autori, con la produzione, con i direttori… Tutti mi hanno tranquillizzato, era un “sì” collettivo e condiviso, ma era una situazione complicatissima, anche perché io a Fabrizio ci penso ogni giorno”.