FLICK (PRES. EMERITO CONSULTA): “SALA DIMENTICA DIRITTI DEI FIGLI”
Il Presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick non usa mezzi termini per definire l’ultima uscita del sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali? Più vedo cosa succede e più sono perplesso […] Sala dimentica i diritti dei figli». La polemica alzata dal giudice ed esperto costituzionalista arriva l’indomani della iniziativa avanzata dal sindaco in area Centrosinistra della metropoli lombarda dal palco del Pride 2022: «da venerdì abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. È con grande gioia che ho firmato il provvedimento personalmente nel mio ufficio».
Ebbene, secondo Flick l’iniziativa di Sala – e più in generale, i tentativi sul fronte “diritti” di diverse altre città in Italia – non vanno di pari passo con la correttezza costituzionale: «Milano si autoproclama città dei diritti, altre città valutano se seguirla. Mi sembra che stiamo un po’ mandando a quel paese l’articolo 1 della nostra Costituzione e d un minimo di certezza delle regole». Secondo il giudice e accademico, infatti, la sovranità «appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Al popolo, non ai sindaci…», contesta Flick nella intervista a “La Stampa” del 4 luglio. Parlamento, Referendum o leggi di iniziativa popolare: questi sono i tre punti garantiti in Italia dalla Costituzione per cambiare le regole, anche quelle costituzionali. Ebbene, la vicenda legata ai figli di coppie gay dovrebbe essere valutata al più presto sotto i giusti profili giuridici: «la Corte Costituzionale si era già espressa sul tema: impedire a una coppia formata da due donne di usare la procreazione medicalmente assistita per attuare un insindacabile desiderio di genitorialità è legittimo. Quella legge restringe il ricorso a questa tecnica solo come rimedio all’infertilità o alla sterilità, quindi solo alle coppie eterosessuali».
RICONOSCERE FIGLI COPPIE GAY, COSA DICE GIOVANNI MARIA FLICK
Secondo la lettura di Flick, è necessario l’intervento del Parlamento in quanto comunque la Consulta ha già deliberato che un conto sono le problematiche patologiche oggettive, come appunto la sterilità, un conto invece è il desiderio di genitorialità. «Per arrivare a una legge diversa andrebbe cambiata o interpretata diversamente la Costituzione, non la legge», sottolinea ancora l’ex Ministro della Giustizia a “La Stampa”.
Allo stallo legislativo attuale però, la vera ratio che la politica deve perseguire non è il “desiderio” espresso dal sindaco di Milano: «la stella polare per decidere deve essere la tutela del minore, il diritto ad avere dei genitori più di quello ad avere dei figli». Quello che lascia perplesso Giovanni Maria Flick dell’annuncio di Sala è che si prendano decisioni «senza un discorso approfondito sull’interesse dei figli. È di questo che bisogna parlare», conclude il giurista, «Milano città dei diritti? Non deve esserci una città, ma un Paese in cui i diritti sono per tutti e non sono solo per chi ha la fortuna di vedere le leggi interpretate in un modo o nell’altro».