Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Consulta, magistrato, professore ed ex Guardasigilli, ha recentemente commentato la riforma della giustizia voluta da Carlo Nordio. Quest’ultimo, infatti, ha annunciato una rivoluzione nel campo della giustizia, alla quale l’ex guardasigilli non crede veramente. “Mi pare che qui si vogliano fare le riforme della Giustizia, con l’affanno, al passo del bersagliere”, spiega a Libero, “ora, non dico di farle al passo lento degli alpini, ma almeno una via di mezzo”.



In merito alla riforma sulla giustizia Flick espone alcune sue perplessità, “faccio un’analisi tecnica”, spiega, sostenendo però che “gli altri raramente condividono il mio pensiero”. Ricorda, però, che fu lui promotore della prima revisione delle intercettazioni, attuale cavallo di battaglia di Nordio. In merito a queste, spiega che “dev’essere ben chiara la condizione per cui vengono ordinate. L’intercettazione non deve essere una pesca a strascico: non si può allargare ad indagini diverse“, sostiene Flick, “roba del tipo ‘intanto ti metto sotto controllo, poi vedo se hai commesso o stai commettendo qualche reato'”.



Flick sui problemi nella giustizia

Continuando a parlare di problemi della riforma della giustizia, Flick analizza poi l’ergastolo ostativo. “Utilizzare il carcere più duro per indurre a parlare non va bene”, spiega a Libero, “e in alcune parti, le norme sull’ergastolo ostativo potrebbero essere di nuovo impugnate”. “Va bene il divieto del passaggio dalla magistratura alla politica“, tuttavia secondo l’ex guardasigilli, “deve valere anche l’inverso: dalla politica alla magistratura”.

Parlando invece della riforma del processo penale, Flick ritiene positivo che sia “frutto del confronto fra magistrati e avvocati”, anche se “alcune soluzioni mi lasciano perplesso”. Per esempio, spiega, “la prescrizione”, materia “complicata”. “La separazione” della carriera dei magistrati, spiega, “ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi (..) richiede calma e pacatezza e, soprattutto, una revisione costituzionale“, lontana dai tempi del Pnrr. Tirando le somme, infine, Flick sulla giustizia ritiene che “prima di fare altre riforme, servirebbe verificare come funzioneranno quelle introdotte dall’ultima riforma. Ci sono molte cose che non vanno: la Cassazione oberata di lavoro, l’enorme mole dei processi pendenti, le difficoltà pratiche di applicazione e molto alto”, mentre il clima attorno al tema si sta sempre più scaldando.