Comuni in ritardo nella riscossione dei tributi locali quali Imu e Tari. Si parla di un buco totale di più di 7 miliardi di euro all’anno. È quanto apprendiamo da Il Messaggero. E la conseguenza inevitabile è quella di meno servizi ai cittadini e ripercussioni anche sulla manutenzione stradale. Scarseggiano infatti le risorse per riparare buche, pulire i marciapiedi e garantire servizi anche agli anziani.
L’economista Massimo Bordignon, vicepresidente Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani (Ocpi) dell’università Cattolica, ha stimato che gli enti locali in media non riescono a incassare il 40 per cento della Tari, la tassa sui rifiuti, e il 22 per cento dell’Imu, la patrimoniale sulla casa. Ma dove risiedono le responsabilità? A incidere è la scarsità delle dovute verifiche, soprattutto con riguardo all’IMU. Mancherebbe infatti personale, adeguato e competente, a ciò preposto. Mentre nel caso della Tari tutto ruota intorno all‘enorme e crescente fenomeno dell’evasione e al mancato aggiornamento catastale delle unità immobiliari sparse sui territori comunali.
RISCOSSIONE IMUE TARI: SBILANCIAMENTO TRA NORD E SUD
Analizzando la riscossione dell’Imu e della Tari da Nord a Sud risulta che le regioni settentrionali siano comunque più virtuose rispetto a quelle meridionali. Nelle realtà comunali di queste ultime si registrano anche problemi di bilancio. Considerando le amministrazioni delle principali città si apprendono infatti dati preoccupanti: a Milano l’evasione per IMU-Tasi e Tari è pari a 120 milioni di euro, a Firenze 16,8 milioni di euro, a Palermo 85 milioni di euro. Il picco viene però raggiunto da Roma con 220 milioni di euro e, sul podio della negligenza, Napoli, con ben 280 milioni di euro per tributi comunali non riscossi.
Questo il quadro generale delle falle presenti nella riscossione dei tributi locali. Eppure la soluzione sembrerebbe esserci secondo alcuni economisti: “Occorre intervenire sia in termini di efficientamento amministrativo degli uffici comunali sia di condivisione di banche dati e di rapporti con l’Agenzia delle Entrate , che dovrebbe in prima battuta perseguire i renitenti al pagamento delle imposte.”