Chi è Flora Carabella

Flora Carabella, attrice romana classe 1926, è stata la moglie di Marcello Mastroianni. Flora è scomparsa nel ’99 tre anni dopo la morte di lui, lasciando una figlia, Barbara, nata nel 1951 e venuta a mancare anche lei prematuramente a causa di un tumore al polmone. Non si sa che genere di malattia abbia provocato il decesso della madre, che comunque da tempo faceva i conti con qualche problema di salute che alla fine le è risultato fatale.



Lei e Marcello si conobbero sul set teatrale di Un tram che si chiama Desiderio al Teatro Eliseo di Roma. Il matrimonio venne officiato il 12 agosto 1950 e, un anno dopo, i due ebbero la loro unica figlia Barbara, costumista di cinema e teatro. L’annuncio della separazione arrivò nel 1970; girava voce che la causa fosse imputabile alle presunte relazioni extraconiugali di lui, ma non esistono testimonianze attendibili riguardo a questa eventualità. Probabilmente, il fraintendimento nacque a partire da alcune dichiarazioni in cui l’attore sosteneva di non “soffermarsi” su qualsiasi cosa, “una donna, una passione, un sogno, un ideale”.



Flora Carabella: il ricordo di amici e colleghi

Flora Carabella aveva un bel rapporto con le colleghe di Marcello. Dopo la sua scomparsa, Sophia Loren raccontò: “Flora non era ‘la moglie di’, ma una donna allegra, impegnata nella vita, indipendente e sempre piena di iniziative”. E prosegue, a proposito del loro rapporto: “Mi è sempre stata molto vicina, nei momenti di gioia e in quelli di dolore. La conoscevo bene, eravamo amiche e spesso, quando capitavo a Roma, ci vedevamo”. Secondo l’attrice, Flora “non ha retto al dolore per la perdita di Marcello”, anche se – chiosa qualcun altro – i rapporti tra i due non sono mai stati facili.



Questo ‘qualcun altro’ è Paolo Limiti: “Marcello più che un marito era come un figlio scapestrato. O almeno così ne parlava, sempre volentieri e con grande amore”. Per il resto, ricorda Flora come una donna “dolcissima, generosa, simpatica, una donna da amare. Una di quelle persone in cui l’immagine esteriore equivale a quella interiore”.