Floriana, sorella di Giuseppe Pedrazzini, l’uomo di 77 anni trovato morto a Toano (Reggio Emilia) in fondo a un pozzo, ha preso la parola ai microfoni della trasmissione di Rete 4 “Quarto Grado”, condotta da Gianluigi Nuzzi. La sua intervista è andata in onda in occasione della puntata trasmessa venerdì 3 giugno 2022 e si è aperta con il seguente pensiero: “Speriamo che quello che ha detto Marta in Procura sia la verità, perché vogliamo proprio sapere come sono andate le cose, anche se purtroppo nessuno ci ridarà Beppe”.



La moglie dice che l’uomo sarebbe morto tra le sue braccia: “Bene, allora perché non è stato chiamato chi di dovere? Le pompe funebri, magari? Almeno non sarebbe finito in quel pozzo orribile”, ha proseguito amareggiata Floriana Pedrazzini. La quale non ha esitazioni nell’esternare il proprio punto di vista sulla vicenda: “Secondo me hanno fatto tutto questo per continuare a prendere i soldi della pensione. C’erano solo loro in quella casa, ci sono sempre stati esclusivamente loro… E quante bugie dice Silvia! Invece di sparare tutto quello che dicono, si facciano un esame di coscienza. Questa è una tragica morte, dall’inizio alla fine. Non credo a un incidente. L’ipotesi malore? Può essere successo di tutto, anche perché un malore può nascere da qualsiasi cosa, potrebbe essere stato anche causato: solo l’autopsia ce lo potrà dire, aspettiamo i suoi risultati”.



GIUSEPPE PEDRAZZINI, PARLA LA SORELLA FLORIANA: “NON È VERO CHE SFRUTTAVAMO BEPPE!”

Nel prosieguo della chiacchierata con i giornalisti di “Quarto Grado”, Floriana Pedrazzini ha commentato in questi termini le accuse indirizzate a lei e a tutti i parenti di Giuseppe Pedrazzini da parte della figlia Silvia e del genero Riccardo Guida; in particolare, secondo questi ultimi, la famiglia d’origine di Beppe lo sfruttava per trarne profitto. “Noi sfruttavamo Beppe? Nessuno di noi aveva bisogno di niente, grazie a Dio! Stiamo tutti benissimo – ha asserito sbigottita la donna –. Ma stiamo scherzando? Ci fanno male al cuore tutte queste cose che dicono! Ma che si vergogni, Silvia, a dire queste cose!”.



Floriana Pedrazzini ha poi tenuto a precisare che “è trascorso tutto febbraio senza sentire la voce di Beppe. La situazione che c’era in casa sua ci ha insospettito: non ci lasciavano telefonare né andare a trovarlo. Così, il 12-13 marzo, con le mie sorelle, ho pensato di andare là con i carabinieri, visto che il genero di Beppe sa solo fare denunce a tutti. Nel metterci d’accordo sul da farsi, sono passati alcuni giorni: un mattino ho fatto diventare rosso il cellulare a forza di chiamarli, perché volevo fare gli auguri di buon onomastico a mio fratello”.