La Florida ha vissuto un vero e proprio momento di crisi sanitaria in estate, con l’inspiegabile innalzamento dei casi di Covid-19 fino al termine di agosto che ha fatto diventare lo stato americano l’epicentro di una nuova ondata del Coronavirus. Cosa sia successo e quale possa essere stata la causa scatenante è ancora un mistero, ma esperti del settore e scienziati hanno provato a far luce sul boom di positivi. Diverse le ipotesi, come riportato su Vox, ma nessuna certezza sulla corsa inarrestabile del virus in estate che ha visto lo stato del governatore DeSantis colpito da un numero di casi allarmante.
L’esplosione dell’epidemia nello stato, secondo quanto riferito dal sito, è avvenuto in un momento vaccinale che vedeva la Florida in linea con i risultati degli Stati Uniti. Dati alla mano infatti lo stato era al 20° posto per la vaccinazione completa, col 56% delle persone che avevano ricevuto entrambe le dosi e dunque ipoteticamente immunizzate contro il Covid-19. Eppure qualcosa non deve essere andata secondo i piani, col boom di positivi e l’epicentro tra Tallhassee e dintorni. Tra le possibili cause, si legge, potrebbero esserci dunque l’approccio disinteressato dei leader all’allentamento delle restrizioni, così come fattori naturali come le condizioni meteo.
Tra immunità mancata e meteo “sfavorevole”: le possibili cause del boom in Florida
Tantissime le ipotesi messe sul piatto da Vox sul boom di casi in estate in Florida. Secondo quanto si legge sul sito una delle prime potrebbe essere l’allentamento troppo aggressivo delle restrizioni. I dati su OpenTable dicono che la Florida è tornata ai numeri pre-pandemia per le prenotazioni dei ristoranti intorno a metà agosto, ma non era molto diverso dagli Stati Uniti nel loro insieme. Le varianti poi avrebbero potuto giocare un ruolo fondamentale, con le mutazioni che sono più trasmissibili o hanno eluso l’immunità precedente causando maggiori probabilità di picchi.
Un altro fattore da prendere in considerazione è poi il meteo. Secondo quanto si legge su Vox infatti ci sarebbero due meccanismi principali in gioco, come il calore e il freddo. Il caldo, l’umidità e l’aria aperta sembrano rendere più difficile la sopravvivenza e la diffusione del virus, mentre il freddo, la neve o la pioggia possono spingere le persone all’interno, dove il virus si diffonde molto più facilmente a causa della peggiore ventilazione. Quest’ultimo effetto sembra il più importante, specialmente in luoghi come la Florida dove il caldo e l’umidità, così come le piogge estive, alla fine spingono le persone ad andare in casa invece di beneficiare degli effetti anti-virus del clima all’esterno.