Da tempo in Florida si combatte una sorta di guerra (forse personale) contro l’impero di Walt Disney che da anni gode di diritti e poteri quasi governativi per quanto riguarda il suo Reedy Creek Improvement District. Si tratta, concretamente di un vero e proprio piccolo stato, comprendente circa 62 chilometri quadrati, in cui l’azienda da cui è nato Topolino esercita un’autorità che è del tutto simile a quella di una contea.



La decisione della Florida di scagliarsi contro Walt Disney sarebbe arrivata direttamente dal governatore repubblicano Ron DeSantis, secondo CNN anche in risposta ad alcune affermazioni passati dell’azienda sulla legislazione della Florida. Concretamente, quello che succederà, è che lo Stato acquisirà il distretto, sostituendo i membri del consiglio distrettuale, ora prevalentemente vertici dell’azienda, con cinque membri scelti personalmente da DeSantis. Con la nuova gestione del distretto di Walt Disney in Florida saranno anche revocati alcuni poteri speciali (che permettevano, per esempio, all’azienda di costruire liberamente un aeroporto, o anche una centrale nucleare), mentre il nome stesso del distretto diventerà Central Florida Tourism Oversight District.



Florida contro Walt Disney: il distretto e l’astio

La questione dei poteri concessi a Walt Disney in Florida potrebbe non sembrare effettivamente chiara e risale a parecchi anni fa. Venne, infatti, concesso un regime fiscale autonomo al parco divertimenti, al fine di permettere un più ampio ingresso dal turismo, a lungo spinto proprio dall’attrattiva che i parchi tematici della Disney hanno sulle persone di tutto il mondo. Mossa che avrebbe reso quello di Topolino un vero e proprio impero, con un’influenza marcata anche in politica.

L’astio tra Walt Disney e il governatore della Florida, invece, risale ad un anno fa, ma fu anche uno dei capisaldi della campagna elettorale di DeSantis nel 2018/19. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, è stato il commento fatto dall’azienda dopo l’approvazione da parte del governatore di un disegno legge (divenuto poi legge a tutti gli effetti) che limitava le lezioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere nelle scuole. Commentando la legge della Florida, l’azienda Walt Disney aveva promesso di far abrogare la legge, sostenendo di essere “dedita a difendere i diritti e la sicurezza dei membri LGBT della famiglia Disney, così come la comunità LGBT in Florida e in tutto il paese”.