Il governatore della Florida Ron DeSantis ancora contro la Disney, in una disputa che ormai è diventata “storica”, e che stavolta vede il contendersi dell’area nella quale sorge il più famoso parco giochi al mondo Disney World.

Ron DeSantis aveva già accusato la compagnia di promuovere troppi “contenuti fuorvianti e pericolosi per i bambini“, in seguito al cambio di rotta della Disney volto a promuovere i diritti della comunità gay, anche attraverso le produzioni cinematografiche. Più recentemente dal colosso dei cartoni animati era arrivato un fermo “no” alla  legge della Florida che impone di vietare di trattare le tematiche LGBTQ a scuola.



Ora la battaglia si è spostata sul piano territoriale. Dopo 55 anni di assoluto controllo del distretto nel quale sorge il parco giochi, durante i quali la Disney ha goduto di vari privilegi tra cui le esenzioni fiscali e libertà di operazioni commerciali, ora il governatore DeSantis ha annunciato di voler porre fine a queste garanzie. La dichiarazione è stata riportata anche su Twitter con l’annuncio “Ho firmato una legge che vieta alla Disney di autogestire l’area, ora la società non avrà più il controllo del territorio e sarà soggetta al pagamento delle tasse come tutti gli altri cittadini“.



Florida, Ron DeSantis firma legge contro Disney World: “Stop all’autonomia territoriale”

La legge di Ron DeSantis contro l’autonomia territoriale della quale godeva la Disney è stato accolta con grande disappunto dalla società che ha annunciato un ricorso legale contro le nuove disposizioni.

Il governatore però ha proseguito con la polemica avanzando anche minacce e mettendo sotto controllo amministrativo i vertici della società. DeSantis ha affermato in tono polemico l’assoluta volontà di elminare progressivamente ogni privilegio al parco giochi, e di volersi “riprendere la terra” che appartiene allo stato della Florida e pertanto “potrà essere utilizzata anche per altri scopi”.



Ed ha aggiunto in una dichiarazione pubblica che “Se alla Disney non sta bene come governiamo può anche andarsene, la gente si chiede cosa si potrebbe fare in quest’area? Le possibilità sono infinite, potrebbe nascere un nuovo parco giochi ma potremmo anche aver bisogno di una nuova prigione“. Quindi, nonostante Disney World rappresenti, oltre che un’attrazione per milioni di turisti e un’azienda che attualmente garantisce il lavoro a circa 800.000 dipendenti, non sarà facile ribaltare la decisione del governatore.