IL REPORT FMI SULL’ITALIA: “BENE LA RIPRESA MA IL DEBITO È TROPPO ALTO”. I NUOVI DIKTAT SU SUPERBONUS, CUNEO E PENSIONI
Il concetto è abbastanza chiaro dal fronte Fmi: l’Italia è sì in ripresa ma con ricette sbagliate, e nel calderone mette tutto indistintamente, dai Superbonus-bonus del Governo giallorosso al taglio del cuneo fiscale e le politiche di aiuti alle famiglie dell’esecutivo di Centrodestra. Con il risultato che il Fondo Monetario Internazionale rischia di presentare ricette ai limiti del “fuori tempo”, un misto di austerità e rigidità ragionieristica che lascia l’impulso alla crescita solo nelle intenzioni a parole. Infatti nel report presentato dopo la missione in Italia degli ispettori Fmi si legge l’invito a produrre più misure per la crescita, stroncando il Superbonus (con il messaggio esplicito all’Italia di eliminarlo, come già fatto tra l’altro dall’azione del Ministro Giorgetti) e quant’altro, ma senza un barlume di reale impulso all’espansione come miccia necessaria per la crescita reale dell’economia.
La situazione economica italiana è migliorata rispetto al periodo Covid, «si è ripresa bene dagli choc sequenziali della pandemia e dei prezzi dell’energia grazie alla ripresa del turismo e al sostanziale sostegno politico»: eppure, si legge ancora nel report siglato dal Fondo Monetario Internazionale, non si è riusciti a migliorare il contrasto al debito pubblico. Si è sì superato il livello di crescita pre-Covid, come certificato dal giudizio Ue sul nostro PIL, ma per il Fondo non basta: «la politica fiscale espansiva ha mantenuto il deficit e il debito pubblico molto elevati». Secondo l’organismo guidato da Kristalina Georgieva per “aggredire” il debito serve «ritirare le misure di crisi inefficienti e temporanee»: il report indica così in maniera indistinta i Superbonus edilizi e il taglio del cuneo fiscale sui lavoratori, così come gli incentivi alle assunzioni (tipo quelle previste dall’importante Decreto 1 maggio scorso, ndr).
LA “LEZIONE” MIOPE (MADE IN AUSTERITY) DEL FMI CHE FATICA A GUARDARE ALLA CRESCITA
Per cui bene l’impulso dato sul fronte Superbonus – ideato dal Governo Conte-2 e proseguito da Mario Draghi – dal momento che il Fmi giudica, «Lo stimolo alla crescita derivante dai crediti d’imposta sull’edilizia abitativa è stato probabilmente piuttosto limitato rispetto all’entità delle risorse fiscali spese». Ma d’altro canto, eliminando il taglio del cuneo, i sussidi minimi alle categorie più colpite (ricordiamo poi che il Governo Meloni ha come prima cosa eliminato il Reddito di cittadinanza proprio per seguire la giusta linea di incentivare il lavoro e non il “Sussidistan”, ndr) e addirittura tornare ad aumentare l’età pensionabile, ecco che le “ricette” ai limiti della miopia del Fondo Monetario Internazionale paiono quelle di 10 anni fa, se va bene.
Come specifica ancora il report sull’Italia, anche se ha contribuito alla ripresa, la politica di bilancio espansiva messa in campo negli ultimi anni «ha mantenuto il deficit e il debito molto alti, elevando il premio di rischio dell’Italia». Le misure presentate dal Fmi risultano dunque atte a cancellare le riforme messe in campo dall’Italia negli ultimi governi: «Sono possibili e auspicabili consistenti risparmi per finanziare misure che favoriscano la crescita e l’efficienza, tra cui: sostituendo i tagli al cuneo fiscale e i sussidi alle assunzioni con misure che incrementino in modo permanente la produttività del lavoro». Non solo, per il Fondo serve razionalizzare la spesa pensionistica, «innalzando l’età effettiva di pensionamento ed evitando costosi schemi di pensionamento anticipato». Insomma, più leggi Fornero e meno tagli di tasse e respiro per i lavoratori, con una spruzzata di Recovery Fund che male non fa, «serve una piena e tempestiva esecuzione del Pnrr e varare un piano basato sulle strutture pubbliche critiche». In questo modo la crescita, secondo il Fmi, arriverà di sicuro per il nostro Paese: e sì che il precedente del Governo Monti qualcosina avrebbe dovuto insegnarlo…