Il Coronavirus si diffonde tra i lavoratori che confezionano frutta e verdura: scatta l’allarme negli Stati Uniti, perché si mette a rischio la filiera dell’approvigionamento di cibo, naturalmente un servizio essenziale all’intera comunità. Dallo Stato di Washington a Florida e California, stanno emergendo focolai di Coronavirus tra le coltivazioni di frutta e verdura e negli impianti di confezionamento.



Un numero crescente di lavoratori malati, che fa seguito a una situazione simile nel reparto della macellazione carni: si rischia la carenza di manodopera e una interruzione della produzione alimentare Usa. L’amministrazione Trump ha dichiarato che potrebbe estendere un ordine esecutivo per mantenere operativi i produttori di frutta e verdura. Il distanziamento sociale potrebbe essere rispettato facilmente nei campi, appare più complicata la situazione nelle fabbriche di confezionamento.



L’agenzia Reuters sottolinea che ad esempio a fine maggio vi erano 600 malati fra i lavoratori agricoli nella sola contea di Yakima, Washington. In produzione si lavora “fianco a fianco e schiena contro schiena”, come ricordano i sindacati: i lavoratori di sei siti di confezionamento di frutta nella contea hanno scioperato a causa della mancanza di una protezione adeguata dal Coronavirus.

CORONAVIRUS, ALLARME USA PER PRODUZIONE FRUTTA E VERDURA

Nella contea di Monterey, in California, nota come “l’insalatiera del mondo”, 247 lavoratori agricoli erano positivi al Coronavirus al 5 giugno. Sempre in California, l’azienda produttrice di carote Grimmway Farms (la più grande al mondo), ha un numero elevatissimo di lavoratori ammalati: “Hanno fatto alcuni annunci per rimanere a un metro di distanza, ma è praticamente impossibile quando si caricano scatole sullo stesso pallet”, ha detto un lavoratore positivo ma asintomatico.



Grimmway, quando un lavoratore si ammala, offre test a tutti coloro che sono entrati in contatto con lui. Le vendite di carote nei negozi degli Stati Uniti sono aumentate del 22% rispetto a un anno fa durante la pandemia, secondo i dati di Nielsen, in quanto gli americani acquistavano quasi tutto il loro cibo dai supermercati.

Il 19 maggio il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e la Food and Drug Administration hanno dichiarato che il governo potrebbe utilizzare la Defense Production Act per mantenere attiva la produzione di frutta e verdura. La legge offrirebbe alle compagnie una protezione di responsabilità in caso di malattia dei lavoratori. Un portavoce della FDA ha affermato che l’atto potrebbe essere usato “per proteggere l’approvvigionamento alimentare e prevenire significative carenze alimentari”.

LA DIFFICILE SITUAZIONE DEI LAVORATORI

La senatrice democratica del Michigan Debbie Stabenow ha dichiarato in un’intervista a Reuters che i lavoratori agricoli affrontano un aumento dei rischi quando frutti come mele e ciliegie entrano nella stagione del raccolto. Stabenow, membro del Comitato per l’Agricoltura del Senato, ha sostenuto la legge che offrirà alle aziende sovvenzioni e prestiti per aggiornare macchinari e acquistare dispositivi di protezione individuale, finanziare i test COVID-19 e la pulizia delle strutture. “Ciò non è accaduto per chi confeziona la carne”, ha detto. “Il modo migliore per proteggere la nostra catena di approvvigionamento è proteggere i lavoratori“.

Nel frattempo, i casi di Coronavirus sono in aumento anche a Immokalee, Florida, terra di pomodori. La diffusione del Coronavirus tra i lavoratori agricoli della Florida ha implicazioni significative per la produzione alimentare nazionale, poiché molti lavoratori agricoli viaggiano verso nord durante l’estate, dopo il raccolto.

Il Dipartimento dell’Agricoltura della Florida sta verificando focolai collaborando con i dipartimenti sanitari della contea. Un lavoratore agricolo di Immokalee ha affermato che molti di loro non possono permettersi di perdere il lavoro, il che significa che molti casi non vengono individuati: “Molti lavoratori nasconderanno i loro sintomi, o diranno che è solo un raffreddore o se hanno la febbre, dicono solo che fa troppo caldo fuori”.