Durante la diretta di oggi di Ore 14 si è parlato dell’omicidio di Carlantino, in provincia di Foggia. La vittima è Pietronilla De Santis, colpita con 41 coltellate dal marito Antonio Carrozza, che dopo ha tentato il suicidio gettandosi dal balcone del primo piano. Lui non sarebbe attualmente in pericolo di vita, ed è ricoverato al Policlinico di Foggia con una prognosi di 30 giorni, sotto osservazione della polizia. A scoprire l’accaduto, invece, è stata la figlia, rincasata dopo il lavoro, che ha trovato il padre seduto vicino alla moglie morta sul divano. La ragazza ha provato a disarmare il padre, senza riuscirci.



Durante la colluttazione tra padre e figlia a Foggia, lui si è erroneamente colpito con alcuni fendenti all’addome e allo stomaco, correndo poi al primo piano e gettandosi dal balcone. Inoltre, secondo quanto racconta Ore 14, Antonio Carrozza da anni era in cura al Cim, un centro di igiene mentale nel foggiano, per problemi di depressione. Sposati da 24 anni, nel paese in provincia di Foggia li conoscevano tutti, alcuni raccontano che lei “stava sempre dietro al marito”, mentre altri parlano di Antonio come di una persona tranquilla, “molto riservata” e che non dava l’idea di poter compiere un gesto simile.



Omicidio a Foggia: il racconto del testimone

Insomma, quello di Foggia ha tutti i connotati per essere, almeno a prima vista, un omicidio senza particolari antefatti, ma in realtà Ore 14 ha scoperto che  nel 1998 Pietronilla De Santis aveva già denunciato Antonio Carrozza per maltrattamenti, ritirando però la denuncia il giorno successivo. In quell’occasione, ovviamente, le Forze dell’Ordine aveva svolto le indagini del caso, senza però individuare alcun concreto campanello d’allarme. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, invece, tutto sarebbe scaturito da un rifiuto della donna ad una richiesta che avrebbe tirato fuori la vera personalità del marito.



Inoltre, la redazione di Ore 14 ha anche individuato un testimone dell’omicidio di Foggia, che suo malgrado stava passando davanti alla casa della coppia proprio in quei tristi momenti. “Stavo passando dal mio garage venendo verso di qua”, racconta l’uomo, “ho guardato in aria e ho visto spalancare il balcone e lui buttarsi giù. C’era già la guardia municipale dentro casa, ed uno del pronto soccorso. Hanno aspettato e poi è arrivato il 118. Lui era cosciente ma non parlava, era insanguinato davanti. Era un periodo che diceva di non stare bene e che era a letto, ma non ho mai chiesto perché. Non li ho mai sentiti litigare”, racconta ancora il testimone dell’omicidio di Foggia, “era una famiglia tranquilla e non ho mai notato litigi o qualcosa del genere”.