E come ogni anno quando si avvicina il 10 febbraio, il “Giorno del Ricordo” del dramma delle foibe, riesplode la polemica tra gruppi di destra e sinistra sulla memoria degli orrendi massacri avvenuti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale perpetrati dai partigiani comunisti della Jugoslavia di Tito contro gli italiani abitanti del Venezia Giulia, della Dalmazia e del Quarnaro. Un eccidio di massa contro la “razza”, non meno grave a livello ideologico degli altri genocidi indegni del Novecento, che però scatena lo scontro ancora oggi nel 2020 tra diversi estremismi: a destra contestano la coltre di silenzio che per troppo tempo è stata lasciata a livello di opinione pubblica e cultura sul dramma delle foibe; a sinistra evidenziano gli eccessivi numeri delle vittime, circa 11mila (di difficile lettura dato che molti corpi non furono mai ritrovati, ndr) che sarebbero stati “gonfiati” proprio dalla destra. Non è da meno il 2020 dove lo scontro si è originato con il convegno organizzato dall’Anpi oggi in Senato dal titolo “Il fascismo di confine e il dramma delle foibe”: dai partiti del centro-destra fino all’Associazione Nazionale Dalmata e al Comitato 10 Febbraio, sostengono che l’appuntamento odierno «sia un modo per minimizzare o giustificare le orribili violenze contro gli italiani compiute dai partigiani comunisti di Tito». Tra le più dure Giorgia Meloni che all’Adnkronos spiega «Il convegno organizzato al Senato della Repubblica dall’Anpi “Il fascismo di confine e il dramma delle foibe” rappresenta senza dubbio l’ennesima occasione, dal chiaro intento revisionista, di voler minimizzare o provare a giustificare la violenza contro gli italiani. E’ un vero e proprio oltraggio agli esuli istriani e dalmati infoibati vittime dell’odio comunista e, ancor più grave, che il tutto avvenga all’interno di un’Istituzione». Non è accettabile secondo la leader di Fratelli d’Italia che «ancora ci sia bisogno di rimarcare che le foibe non sono state un dramma ma un crimine i cui colpevoli troppo spesso non hanno pagato. Anpi senza vergogna».
BUFERA SULL’ANPI DI BOLOGNA (E NON SOLO)
La stessa responsabile dell’Associazione Nazionale Dalmata e Comitato 10 Febbraio, Carla Cace, non ha visto di buon occhio il convegno organizzato dall’Anpi in Senato «Dalla locandina, dai relatori che saranno presenti sembra che l’Anpi si sia fatta promotrice di iniziative che sembrano avere un sapore riduzionista e giustificazionista e se ciò, domani, fosse confermato sarebbe l’ennesima presa in giro proprio alla vigilia della cerimonia ufficiale del Giorno del Ricordo». La polemica si aggiunge alle già parecchie scatenate nei giorni scorsi per alcune considerazioni di membri dell’Anpi di Bologna su possibili tesi negazionisti attorno alle foibe (ricordiamo, profonde cavità carsiche in cui venivano gettati, vivi o morti, diversi cittadini italiani che erano emigrati lì durante la Guerra): «non siamo negazionisti», spiegano dall’Anpi bolognese sempre all’Adn «la verità va detta per quello che è, non si possono usare strumentalmente e politicamente le foibe come è stato fatto con Bibbiano», spiega Anna Cocchi, n.1 bolognese dell’Anpi. Nel Convegno organizzato, tra i tanti documenti, è stato presentato anche una recente indagine fatta dalla stessa Associazione sulla ricostruzione di fatti e vittime di quei tremendi anni: «attraverso questo studio, fatto raccogliendo testimonianze da storici, studiosi ed esperti e non da politici, che i dati raccolti – che appartengono alla storia – sconfessano i numeri dei morti sostenuti dalla parte politica di destra che risultano gonfiati». Ed ecco che la polemica riesplode, con i politici di centrodestra che chiedono chiarimenti circa le tesi “riduzioniste” di diverse sezioni dell’Anpi. L’Adkronos riporta, citando i dati del Comitato 10 febbraio, di una lunga lista di eventi nei prossimi giorni dove la ricorrenza delle Foibe vedrà diversi relatori “revisionisti” o sospetti tali: da Bologna a Trieste, da Ravenna a Parma dove prenderà parola Sandi Volk, più volte finito al centro delle polemiche per le sue tesi negazioniste: la relazione dal titolo “L’esodo istriano, una questione complessa” vedrà anche un documentario video dal titolo eloquente e provocatorio «Le foibe. Basovizza falso storico».