Come purtroppo spesso accade il Giorno del Ricordo, giornata dedicata alle vittime italiane nelle Foibe, a tenere banco sono più gli scontri politici che non il ricordo vivo di un dramma del passato per troppi anni silenziato da media, cultura e politica che miravano a non voler “parlare” degli orrendi massacri avvenuti sul finire della Seconda Guerra Mondiale messi a segno dai partigiani comunisti della Jugoslavia di Tito contro gli italiani abitanti del Venezia Giulia, della Dalmazia e del Quarnaro. E così anche per questo 10 febbraio 2020 ad infuocare la polemica ci pensano gli scambi tra Centrodestra e Centrosinistra quest’anno giunti fino alla Foiba di Basovizza durante la celebrazione per onorare le vittime triestine: quando ha preso parola il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, per protesta i parlamentari del Pd Debora Serracchiani, Luigi Zanda e Tatjana Rojc si sono alzati e hanno lasciato la foiba. «Foiba Basovizza ormai è palcoscenico della destra sovranista», ha attaccato la parlamentare ex Presidente del Friuli Venezia Giulia Serracchiani, puntualizzando ancora «Il nostro impegno è sempre maggiore affinché questo giorno sia una solennità in cui si condivide pietà e giustizia e non un’occasione per spingersi in prima fila alla ricerca delle telecamere». Non ci sta agli attacchi della Serracchiani, la coordinatrice regionale di Forza Italia del Friuli-Venezia Giulia Sandra Savino che all’Ansa sottolinea «Sorprendono le parole dell’onorevole Serracchiani in merito alla cerimonia di Basovizza. Sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni, come è doveroso che avvenga». Decisamente più critico Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, «Evidentemente per loro è insopportabile ascoltare la verità sui crimini del comunismo».



GIORNO DEL RICORDO, SALVINI “FOLLE NEGARE FOIBE E SHOAH”

L’intenso messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella alla vigilia del Giorno del Ricordo aveva posto l’accento sulla necessità di non dover più “silenziare” un dramma enorme come quello perpetrato nelle Foibe e si era sperato che con quelle parole si riuscisse per una volta ad andare oltre alle contrapposizioni politiche attuali; «Una pagina tragica della nostra storia recente [….] regime comunista scatenò “una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole». E invece non sono bastate queste parole per limitare le polemiche esplose a Basovizza, anche se poi in Aula poco fa al Senato il messaggio della Presidente Casellati è stato sostenuto e applaudito da quasi tutto Palazzo Madama «Ricordare le Foibe, ricordare le decine di migliaia di vittime, ricordare l’esodo e la tragedia di centinaia di migliaia di italiani cacciati dalle proprie terre, è un imperativo morale e un insegnamento fondamentale da trasmettere alle nuove generazioni. Per troppi anni su questo dramma c’è stata una sorta di guerra civile culturale che ha dato vita ad un negazionismo antistorico, anti-italiano e anti-umano». Dalla Foiba di Monrupino dove questa mattina ha reso commemorazione al Giorno del Ricordo, Matteo Salvini ha parlato della necessità storica e culturale di non negare mai più le persecuzioni che il popolo italiano è stato costretto a subire: «Folle chi nega la Shoah e folle chi nega le foibe. Il nemico da combattere è ancora l’indifferenza, la violenza e l’ignoranza». In merito alle polemiche passate e odierne, il leader della Lega “stuzzica” «onorare il ricordo del passato perché non accadano mai più bestialità simili in futuro. Spiace che ci sia ancora qualcuno che ritiene che ci siano morti di serie A e morti di serie B e che questi italiani siano un po’ “meno morti” perché morti per mano comunista. Ma sono pochi i negazionisti rimasti».

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