Tra le tante grandi firme che hanno costellato il panorama giornalistico – specialmente in Germania, ma poi anche in Italia – sicuramente un posto d’onore spetta a Tiziano Terzani, riconosciuto oggi come uno dei più importanti cronisti di viaggi sempre alla ricerca più profonda della verità anche dietro ai più piccoli eventi; morto nel 2004 all’età di solamente 65 anni per un tumore all’intestino lucidamente raccontato – fino all’ultimissimo minuto – nel libro ‘Un altro giro di giostra’. Ma oltre al cronista, dietro alla lunga barba, alla macchina fotografica e al saio bianco Tiziano Terzani era anche una persona, raccontata nella sua intimità proprio oggi sulle pagine del Corriere della Sera dal figlio Folco, scrittore (ma non giornalista) 54enne.



Su suo padre ci tiene subito a raccontare una sorta di aneddoto, partendo dal ricorda che “io ho studiato Filosofia e Letteratura inglese a Cambridge”, ma nonostante si trattasse “dell’università più famosa del mondo, [per me] era modesta rispetto al peso culturale di mio padre. Lui era più interessante, più carismatico, più tutto” in grado di trasmettergli – in pienissimo stile Tiziano Terzani – “il suo amore per il vero e per il rigore morale“. Non a caso, racconta ancora Folco, dopo l’università si trovò a rifiutare alcune “proposte economiche molto allettanti da diverse multinazionali”, memore dell’odio viscerale di suo padre per “un certo tipo di capitalismo”.



Il figlio di Tiziano Terzani: “Vivere con lui era come un film, ma è stato difficile”

Nel corso della sua infanzia – ricorda distintamente il figlio di Tiziano Terzani – in casa durante le cene “si discuteva solo di massimi sistemi. Guerra, pace, geopolitica” e gli ospiti non erano mai amici di famiglia o persone comuni: “Venivano i Sadhu dell’Himalaya, mistici che hanno abbandonato ogni genere di vita materiale”, ma anche “dei clown italiani” e in alcune occasioni persone che “dicevano di fare gli agenti di commercio” ma in realtà erano “spie. Vivere con Tiziano Terzani era come vivere in un infinito film. Lui era uno spettacolo teatrale”. 



Nonostante questo – però – Folco Terzani non fatica a confessare che essere suo figlio era “evidentemente difficile”, tanto che in un’occasione litigarono – ma “non ricordo bene i dettagli” – aspramente davanti “a ospiti non italiani” e lui arrivò al punto in cui “impugnai un coltello” contro il padre Tiziano: “Per l’ennesima voltami stava dicendo quello che avrei dovuto fare”, ma “ovviamente” il coltello fu “deposto subito. Non l’avevo mai visto così furioso”. Rivangando la vecchia – e storica – rivalità con Oriana Fallaci, infine, Folco ci tiene a precisare che “loro due (..) ideologicamente erano molto distanti”, ma nonostante questo – l’ha scoperto leggendo “qualche lettera che si sono scambiati” – suo padre “ammirava sinceramente la scrittura di Oriana“.