Il follow up è un momento molto importante nella lotta contro il tumore, perché la battaglia non termina quando le terapie hanno successo. Il percorso verso la guarigione, cominciato con la diagnosi e proseguito con le cure, continua con controlli periodici, detti anche di follow up. Si tratta dunque di un’attività clinica rivolta a quelle persone che hanno avuto un’esperienza oncologica e sono libere da malattia e trattamenti, come nel caso del figlio di Elena Santarelli, guarito dal tumore al cervello. Il follow up è, dunque, importante da un lato per monitorare clinicamente le persone guarite, ma anche per diagnosticare tempestivamente un’eventuale ripresa della malattia o una nuova patologia legata alla prima, o ancora un problema legato alle cure effettuate. Quindi è un percorso nel quale l’attenzione è rivolta ancora alla salute e al benessere degli individui, anche per facilitarne il recupero e il reinserimento sociale. Da step successivo alla lotta vera e propria contro il tumore, il follow up diventa a sua volta forma di prevenzione.
FOLLOW UP, COS’È E PERCHÉ È IMPORTANTE
Dopo un periodo di sofferenza fisica e mentale, sentirsi dire che “il tumore è stato sconfitto” è uno dei momenti più belli. Ma una volta guariti non bisogna fermarsi. Il paziente oncologico deve controllare in maniera costante e prolungata nel tempo la sua salute. E questo è possibile con un follow up, una griglia di controlli periodici indispensabili per monitorare la malattia di base ed essere tempestivi nell’eventualità che ritorni. Nei primi periodi successivi al termine delle terapie oncologiche, i controlli devono essere ravvicinati, per poi diradarsi man mano che ci si allontana nel tempo dall’insorgenza del cancro. Il primo pensiero dei pazienti è tornare progressivamente alla vita normale, ma il follow up è fondamentale per la diagnosi precoce di una recidiva per avviare una terapia efficace. Il follow up è però anche un momento importante per discutere con il medico delle problematiche connesse non solo alla diagnosi del tumore ma anche agli effetti indotti dai trattamenti a cui sono stati sottoposti o ancora in atto.
COSA DEVE FARE IL PAZIENTE GUARITO DAL TUMORE
Cosa devono riferire i pazienti al medico durante le visite di follow up? Nel corso delle visite di controllo è importante indicare se ci sono nuovi sintomi che possano far pensare alla ricomparsa del tumore, o comunque i nuovi sintomi non avvertiti prima. E questo vale anche per ogni tipo di dolore, eventuali problemi fisici che interferiscono con la vita quotidiana, farmaci che si assumono, problemi emotivi, modifiche nella storia medica di famiglia, come l’insorgenza di patologie oncologiche a qualche famigliare. A tal proposito, da uno studio pubblicato su Lancet Oncology è emerso che i medici di famiglia dovrebbero essere maggiormente coinvolti nel follow up in età adulta dei bambini sopravvissuti ad un tumore infantile. Ricercatori dell’University Medical Centre di Groningen hanno preso in esame 121 pazienti sopravvissuti a tumori in età pediatrica, scoprendo che il 70 per cento di loro non aveva ricevuto informazioni sulla possibilità di effetti in età adulta dei trattamenti ricevuti da bambini.