Secondo il recente studio della Fondazione Einaudi chiamato “Le università digitali come fattore di riduzione delle disuguaglianze” e presentato in Senato ha evidenziato che sono sempre di più gli studenti che optano per gli insegnamenti telematici. Un fatto importante, secondo la Fondazione, perché abbatterebbe quella “barriera naturale” che ostacola l’accesso all’istruzione universitaria in Italia, specialmente alle fasce più deboli della popolazione, accentuando il divario sociale e impattando sulle opportunità future di inserimento lavorativo.



Alla presentazione dello studio sulle università digitali della Fondazione Einaudi hanno partecipato in veste di relatori Alessandra Ghisleri, che ha illustrato i risultati dell’indagine elaborata da Euromedia Research, il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata (presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea) che in apertura di convegno ha ringraziato la Fondazione che “da sempre promuove dei valori liberali”, Paolo Miccoli (presidente di United, l’associazione delle università telematiche e digitali) e Gian Marco Bovenzi (ricercatore della Fondazione). Lo studio della Fondazione Einaudi, facendo un’analisi dettagliata delle statistiche riguardanti il numero di iscritti e laureati in Italia, con particolare attenzione alle relative percentuali di genere, età e provenienze geografiche e sociali, approfondisce le opportunità offerte dalle università digitali, evidenziandone i punti di forza sotto i profili dell’organizzazione degli studi, della sostenibilità economica e della digitalizzazione, in un contesto nel quale il numero di laureati in Italia è largamente inferiore alla media europea.



Lo studio sulle università digitali della Fondazione Einaudi

Scendendo subito nel dettagli dei dati elaborati da Euromedia Research per la Fondazione Einaudi, emerge come il 27,5% dei giovani intervistati tra i 17 e i 24 anni ritiene che le università digitali rappresentano “il simbolo del cambiamento radicale che ha investito la nostra società in modo particolare dopo il Covid”, così come “il remoto diventerà la normalità”. Il 15% degli studenti intervistati è convinto che la didattica telematica rappresenta il futuro, in quanto “soppianterà le università tradizionali, che si adegueranno al ‘nuovo’ modello”. In generale, il 50% dei ragazzi preferirebbe studiare vicino a casa senza lasciare la famiglia e, di conseguenza, l’89% si iscriverebbe ad un corso di studi telematico.



Le università digitali, evidenzia ancora la Fondazione Einaudi, sono ritenute più sostenibili rispetto alle università tradizionali, con una madia del 48%, rispetto al 17%, soprattutto per via dell’assenza di costi aggiuntivi come quelli per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, per il vitto e per l’alloggio. È significativo, inoltre, il dato che evidenzia come il 73% dei genitori degli studenti frequentanti le università telematiche ritiene che la laurea possa facilitare il cambiamento di stato sociale e l’integrazione tra i diversi strati socio-economici che formano la società, rispetto al 66% dei genitori dei frequentanti di università tradizionali.

I vantaggi delle università digitali secondo la Fonazione Einaudi

Le università digitali, insomma, secondo la Fondazione Einaudi, sono destinate ad entrare nel tessuto universitario allo stesso livello delle università tradizionali, ma con maggiori potenzialità dovute all’organizzazione dell’offerta formativa, in linea peraltro con il futuro e l’innovazione tecnologica. Esemplificativo, in merito, il dato delle 160mila iscrizioni telematiche nel 2021, rispetto alle 40mila del 2012. Inoltre, dato che disponevano già prima della pandemia del capitale umano e strutturale necessario alla didattica, secondo la Fondazione sono ancora più appetibili per i futuri iscritti alle università.

Un ulteriore aspetto significativo del potenziale delle università digitali, sottolinea la Fondazione Einuadi, è rappresentato dai costi per gli iscritti limitati alle sole rette annuali, considerando che online sono sempre a disposizione lezioni e materiale didattico utili per lo studi, oltre alla circostanza per cui gli spostamenti casa-università sono ridotti ai minimi termini. Ciò comporta maggiori opportunità per chi risiede in comuni lontani da sedi universitarie di sostenere i costi correlati allo studio, maggiori agevolazioni per gli studenti-lavoratori che devono affrontare meno spese e possono organizzare al meglio il proprio tempo, maggiori possibilità per chi proviene da aree geografiche disagiate, oppure da una famiglia di classe sociale non elevata, di intraprendere un percorso di studi, e una sostanziale riduzione delle diseguaglianze attualmente esistenti in Italia.

Andrea Cangini: “Le università digitali riducono le disuguaglianze”

Commentando lo studio della Fondazione Einaudi sulle università digitali, il segretario generale Andrea Cangini ha evidenziato che “il mondo cambia, importanti università pubbliche e private si attrezzano per raggiungere i propri studenti a distanza. Nell’era dello smart working, la domanda crescente sta affinando e qualificando l’offerta delle università digitali, oggi più che mai intese come fattore di riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali”.

Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, durante il suo intervento in occasione della presentazione dello studio della Fondazione Einaudi ha detto che “le università digitali sono una grande occasione che si offre ai nostri giovani e a tutti coloro che vogliono migliorare la loro conoscenza e acquisire un titolo di studio”, sottolineando che “abbiamo già vissuto nel recente passato, durante il Covid, quanto siano importanti gli strumenti digitali”. Nazario Pagano (presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera), invece, ha spiegato che “ricerche come quella elaborata dalla Fondazione Einaudi servono a costruire sempre di più l’idea che in una società aperta, che vuole crescere e dare opportunità ai cittadini, le università digitali costituiscano una novità importante che va coltivata e sostenuta”. Infine, il senatore Roberto Marti ha messo a disposizione la commissione Cultura del Senato, che presiede, per “approfondire il tema della crescita delle università digitali in Italia come strumento di riduzione delle disuguaglianze”.

Il video della presentazione in Senato dello studio della Fondazione Einaudi