TERZO SETTORE, I DATI DELLA FONDAZIONE PER LA SUSSIDIARIETÀ

Il 5×1000 è in autentica crescita in Italia, potremmo dire davvero esponenziale: con i dati appena elaborati dalla Fondazione per la Sussidiarietà, si scopre che il contributo destinato agli enti del Terzo Settore è sempre più popolare nel nostro Paese.



I contribuenti che lo assegnano sono oltre 15 milioni (+27%), ovvero quasi 4 contribuenti italiani su dieci. Gli enti beneficiari sono più che raddoppiati dal 2011, e sono ora oltre 73.000: questo è quello che emerge nel Rapporto 2022 sullo sviluppo sociale della Fondazione per la Sussidiarietà, che sarà presentato in luglio a Roma. Dopo due anni e rotti di crisi rappresentati da pandemia e ora guerra in Ucraina, non si ferma l’aiuto e sostegno degli italiani per le opere del Terzo Settore: «La pandemia e ora la guerra hanno esaltato il ruolo del terzo settore che affianca l’intervento pubblico in settori chiave come l’assistenza, la salute, lo sport e la cultura», è il commento di Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. In questo senso, il 5×1000 «rappresenta una importante fonte di finanziamento e si traduce in un valore sociale da 3 a 5 volte superiore al valore dei contributi, grazie al prezioso lavoro dei volontari».



IL BOOM DEL 5×1000 IN ITALIA

Sempre secondo i dati elaborati dalla Fondazione per la Sussidiarietà, il terzo settore ad oggi è un universo che conta circa 375.000 istituzioni tra associazioni, fondazioni e cooperative sociali, un aumento considerevole del 25% rispetto a 10 anni fa.

Il valore della produzione nel Terzo Settore è stimato in Italia in circa 80 miliardi di euro, sfiorando il 5% del Pil: ad oggi, gli addetti impiegati sono 900mila, di cui il 70% donne: a questi, si aggiungono però 4 milioni di volontari, con gli italiani in generale che partecipano ad attività associative che si contano in ben 10,5 milioni. Circa l’85% delle istituzioni del terzo settore è rappresentato da associazioni, il restante 15% sono cooperative sociali, fondazioni, sindacati o enti: due terzi delle attività che operano nel vasto mondo del Terzo Settore sono istituzioni non profit – il 65% – che operano in cultura, sport o ricreazione. Seguono poi l’assistenza sociale e la protezione civile (9%), le relazioni sindacali e imprenditoriali (6%), la religione (5%), l’istruzione e ricerca (40%) e la sanità (4%). A colpire resta comunque l’autentico “boom” fatto dal Terzo Settore in Italia negli ultimi 10 anni: con il 5×1000 – secondo cui ciascun contribuente può scegliere di devolvere o meno lo 0,5% dell’imposta che grava sui propri redditi – in dati sono davvero in netto rialzo. Il confronto tra i numeri del 2011 e del 2022 sono a dir poco sensazionali: 11 anni fa, gli enti ammessi erano 33.400, con 11.823.000 persone che scelsero il 5×1000, in tutto dunque 321.336 erogazioni. Sempre secondo i dati elaborati dalla Fondazione per la Sussidiarietà, su dati Agenzia delle Entrate, quest’anno gli enti ammessi sono saliti a 73.4000 con una variazione del +120% rispetto al 2011: 15 milioni e passa il numero di scelte (variazione +27%) e 517.550 erogazioni, (+61%).