Negli Stati Uniti, e precisamente in Alabama, si è deciso di costruire delle carceri utilizzando i fondi di emergenza per la pandemia di covid. Come si legge su apnews.com, i legislatori dello Stato hanno approvato nella giornata di ieri, venerdì 1 ottobre, un piano per attingere a ben 400 milioni di dollari dell’American Rescue Plan per la costruzione di due carceri di grandi dimensioni. In Alabama è stato approvato in via definitiva un piano di costruzione di una prigione da 1.3 miliardi di dollari, e parte di questi fondi giungeranno proprio dall’ARP. A firmare i progetti di legge, il governatore Kay Ivey, repubblicana, che ha definito il tutto “un importante passo in avanti” per il sistema carcerario federale.



“Questo è un momento cruciale per la traiettoria del sistema di giustizia penale del nostro stato”, ha detto Ivey, come si legge sempre su ApNews.com. Ovviamente il piano di utilizzare circa il 20% dei fondi dell’American Rescue ha scatenato non poche polemiche da parte di numerosi democratici al Congresso, fra cui il deputato dell’Alabama Terri Sewell, ma i repubblicani hanno ribattuto che la spesa riguarda un’esigenza di sicurezza pubblica di conseguenza, a loro modo di vedere, consentita dalla legge.



ALABAMA, FONDI COVID PER COSTRUIRE CARCERI: DURO COMMENTO DI GIVAN

“Questa era la cosa giusta da fare per l’Alabama. Abbiamo infrastrutture fatiscenti. Abbiamo persone alloggiate in posti sporchi. Abbiamo persone che lavorano in condizioni non sicure”, è il commento del senatore Rep Greg Albritton, secondo cui grazie a questi fondi si potranno risolvere problemi che da tempo affliggono le carceri dello stato.

Duro invece il commento della deputata democratica Juandalynn Givan di Birmingham, secondo cui utilizzare i fondi per il carcere rappresenta uno schiaffo alla miseria: “Ci sono molti bisogni nello stato dell’Alabama e ci sono molte persone che hanno bisogno di questi fondi. Ma loro (i repubblicani) hanno visto l’opportunità di prendere i soldi di Biden, quei 400 milioni di dollari, perché era proprio come l’acqua liquida che scorreva attraverso le loro mani e dicevano: ‘OK, saltiamoci dentro'”.