«I 49 milioni sono stati spesi, come ha sempre detto Matteo Salvini, per mantenere la Lega. Nessuna cospirazione. Nessun intrigo. Nessun giro strano all’estero»: è netto il tesoriere della Lega Giulio Centemero nell’intervista al Giornale di Stefano Zurlo. In merito all’intricata indagine sui cosiddetti “fondi della Lega”, è in arrivo nei prossimi giorni una super perizia della difesa che dimostrerebbe l’inconsistenza della accuse mosse contro il Carroccio: «E’ in arrivo una superperizia che abbiamo affidato ad una delle big four per ricostruire tutta la contabilità della Lega fra il 2010 e il 2017, quando ci sono stati i primi sequestri: sarà pronta fra poche settimane e sarà, nei limiti del possibile, esauriente». Dopo le ultime novità emerse con gli arresti dei commercialisti di “area” Lega che hanno ampliato le indagini anche sulla Lombardia Film Commission, Centemero ammette al Giornale di aver conosciuto e conoscere ancora bene Di Rubba e Manzoni: «professionisti stimati, ho un rapporto di amicizia. Sono stato, nel passato, amministratore di una società che avrebbe dovuto occuparsi di marketing e invece è rimasta sempre inattiva. Sono socio al 2 per cento del loro studio professionale, perchè a differenza di Manzoni, Di Rubba è laureato in economia ma non è commercialista. L’Ordine di Bergamo non voleva una società fra professionisti in cui uno solo dei due fosse commercialista».



FONDI LEGA E INDAGINI: IL PUNTO DEL TESORIERE CENTEMERO

Ma è sempre Centemero a ribadire come quei professionisti erano vicini alla Lega e in quanto tali il tesoriere del Carroccio «laureato in economia e commercialista, ha dato loro una mano. Ma non ho mai incassato dividendi né emesso fatture». Ma è ovviamente l’indagine sui 49 milioni di euro a dirimere ancora le attenzioni di giudici e media sulle figure e gestioni di Bossi, Maroni e Salvini: Centemero su questo si fa ancora più chiaro, «Non esiste una contabilità occulta della Lega, non esistono fondi neri, non ci sono conti all’estero». Non solo, il tesoriere e deputato del Carroccio osserva come da qualche settimana si parli anche ancora di «cento segnalazioni all’autorità giudiziaria di operazioni sospette compiute dalla Lega. Bene, fra le cento operazioni su cui l’Antiriciclaggio della Banca d’Italia ipotizza chissà quali crimini c’è persino il bonifico bimestrale da 100mila euro che parte da Banca Intesa e va a finire sul Fondo unico della giustizia». Ecco, quella è la rata dei 49 milioni da restituire pattuita con i magistrati: «Mi sembra una situazione paradossale, a meno di non voler immaginare che noi smistiamo direttamente nelle casse della Procura di Genova i nostri fantomatici fondi neri». Con la super perizia, conclude Centemero, verrà fatta chiarezza una volta per tutte su responsabilità e sistema di finanziamenti: «Salvini è arrivato a dicembre 2013, io sono tesoriere dal settembre 2014. A quell’epoca era già arrivata anche l’ultima tranche dei rimborsi elettorali del triennio 2008-2010, insomma i famosi 49 milioni. E in cassa era rimasto poco o niente». Ecco, la perizia smonterebbe secondo il tesoriere della Lega la “leggenda” dei fondi portati in Lussemburgo o altri paradisi fiscali: «Quando Lusi ha portato via il tesoro della Margherita il partito è stato accreditato come vittima, nel caso di Belsito la Lega è stata dipinta come complice».



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