Dopo che già lo scorso ottobre emergeva la presenza di una “super perizia” in grado di scagionare la Lega sulla vicenda dei fondi elettorali (i “famosi” 49 milioni di euro) durante la gestione Bossi-Belsito, oggi “Libero Quotidiano” con Pietro Senaldi anticipa in esclusiva il documento presentato in Procura di Genova. Come già sottolineato a fine luglio, la vicenda va verso l’archiviazione ma in attesa di una comunicazione ufficiale dei giudici, ecco perché la perizia scagionerebbe la gestione Salvini-Centemero (l’attuale tesoriere del Carroccio, ndr) dalle accuse piovute negli ultimi anni.
Secondo le fonti giudiziarie di queste ultime settimane, l’inchiesta sui fondi della Lega sarà presto archiviata per «manifesta inconsistenza della tesi incriminatrice e assoluta mancanza di prove». I giudici cercano ormai da anni questi 49 milioni di euro, pensando siano stati in qualche modo “trafugati” e nascosti dai vertici attuali del Carroccio (attraverso trasferimenti all’estero e fondi “neri”): ecco, la super perizia smonta questa tesi accusatoria e rileva una semplice realtà, ovvero che i 49 milioni sono stati spesi prima dell’avvento di Salvini alla segreteria (nel dicembre 2013). Per mesi la PricewaterhouseCoopers (PwC), una delle società di revisione contabile più importanti al mondo, ha esaminato a fondo i conti della Lega e i vari flussi di denaro. Ebbene, rileva “Libero”, la perizia costruita riguarda il denaro speso dalla Lega dal 2010 fino al 2017, ovvero il periodo di tempo ipotizzato dal tribunale di Genova circa la ricerca di quei fondi.
LA “SUPER PERIZIA” CHE SCAGIONA LA LEGA
I pm ritengono che non solo i 49 milioni di euro di legittimo compenso elettorale (secondo le leggi dell’epoca) siano stati poi gestiti dalle appropriazioni indebite commesse dalla gestione Bossi-Belsito ai danni dello stesso Carroccio, ma sostengono che la successiva guida Salvini abbia fatto sparire quei soldi. La perizia però smentirebbe questa tesi: l’unico pagamento fatto all’estero del Carroccio riguarda la spesa di euro 3.799 versati nel 2015 sul conto corrente del professore universitario Rabubka per una conferenza tenuta in Italia sulla flat tax (conti PwC). Inesattezze, cortocircuiti mediatici e clima di “caccia alle streghe” con pregiudizio anti-Lega: di questo accusa il giornalista Senaldi oggi su “Libero” nel presentare i dati della super perizia che potrebbe a breve scagionare l’intera gestione Salvini-Centemero. «La totalità dei 49 milioni è stata accreditata sui conti correnti della Lega prima che Salvini fosse eletto segretario ed è stata interamente spesa prima di quella data», sottolinea PwC nei documenti presentati poi in tribunale, con tanto di spese/entrate del Carroccio che dopo il dicembre 2013 con l’avvento dell’ex Ministro degli Interni sono state dimezzate. Tra il 2010 e il 2013 sarebbero invece stati spesi quei fondi oggi contestati dai giudici: come? La perizia della società di consulenza mostra il dettagli di campagne elettorali, stipendi al personale, liquidazione di fatture, pagamento degli oneri tributari. Tutto è stato rendicontato, tanto che PwC certifica «tutte le somme accreditate per rimborsi elettorali erano già totalmente uscite dai conti correnti bancari entro il 31 dicembre dello stesso anno e che esse erano state interamente impiegate e spese». Infine, la “sentenza” che potrebbe definitivamente scagionare la Lega sulla maxi inchiesta di Genova: «dai conti correnti federali in 5 anni sono stati prelevati contanti solo per 17mila euro», scrivono i contabili.