LO SCOOP DE LA VERITÀ CONTRO L’ESPRESSO: “FONDI LEGA DALLA RUSSIA? ECCO COME ANDÒ”

Si pensava che con l’archiviazione definitiva dell’inchiesta Metropoli-fondi Lega dalla Russia lo scorso 27 aprile si fosse scritta la parola fine alla vicenda mediatica durata ben 5 anni. E invece, dopo l’ultimo scoop de “La Verità” il caso rischia clamorosamente di riaprirsi, con però tutta un’altra lettura dei fatti avvenuti fin da quel 18 ottobre 2018, giorno della presunta trattativa avvenuta all’Hotel Metropol di Mosca tra il presidente dell’associazione LombardiaRussia Gianluca Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda, l’ex bancario Francesco Vannucci e tre presunti intermediari russi su una compravendita di petrolio che, stando ad un audio, avrebbe dovuto avere lo scopo di alimentare con 65 milioni di dollari le casse della Lega.



Altro che scoop, racconta Giacomo Amadori su “La Verità”, il caso Russiagate lanciato dall’Espresso contro la Lega di Matteo Salvini fu un’autentica bufala: oltre al fatto che la trattativa non è avvenuta, come ha sancito il Gip chiudendo l’inchiesta, un’informativa della Guardia di Finanza getta nuova luce sulla vicenda. «Dagli accertamenti svolti […] sono emerse tracce di contatti telefonici e di incontri intercorsi nel periodo d’interesse investigativo (2018/2019) tra uno degli indagati, Gianluca Meranda, e uno dei giornalisti firmatari dello scoop da cui ha tratto origine l’indagine, Giovanni Tizian (oggi passato al “Domani”, ndr)».



I LEGAMI TRA L’ESPRESSO E LA “TALPA” DELL’HOTEL METROPOL: IL “FINTO” RUSSIAGATE

Secondo quanto ricostruito da “La Verità” citando l’informativa della Guardia di Finanza, i legami tra l’ex massone espulso dalla Serenissima Gran Loggia d’Italia Meranda e il giornalista autore dello scoop Tizian sarebbero comprovati. Nell’agenda del cellulare di Meranda risultano registrati 14 promemoria di appuntamenti con Tizian nel periodo dal 25 luglio 2018 al 24 giugno 2019, hanno scoperto gli investigatori: «Tizian e Meranda erano in contatto diretto nel pieno dello sviluppo degli accadimenti oggetto d’indagine (e anche dopo)», riporta “La Verità”.



Ancora i finanzieri evidenziano poi come «La data della riunione nell’ottobre 2018 è immediatamente prossima alla partenza di Meranda e Tizian per Mosca, con lo stesso volo Alitalia», un volo del 17 ottobre 2018 ergo “propedeutico” all’incontro del Metropol. Non solo, durante la presunta trattativa con Savoini e i russi è lo stesso Meranda a pronunciare parole come «Non è una questione professionale, ma politica» e poi ancora «L’affare non serve per arricchirsi, ma per sostenere una campagna politica, che è di beneficio, di reciproco vantaggio, per entrambi i Paesi coinvolti (Italia e Russia)». Secondo i finanzieri prima e ora con “La Verità” si teme che Meranda possa essere stato una sorta di “agente provocatore” per poter cercare di invogliare il presunto portavoce della Lega Savoini ad accettare rubli come forma di corruzione.

LEGA DENUNCIA L’ESPRESSO E CHIEDE L’INTERVENTO DEL COPASIR

Ma lo scoop del 3 giugno de “La Verità” si aggiunge di un’importante seconda parte pubblicata anche oggi, 4 giugno: “Gli agenti segreti di Putin al tavolo con l’agente anti-Lega dell’Espresso”, il titolo del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro che attacca con altre prove il settimanale del Gruppo GEDI. Secondo La Verità, l’agente Fsb (ex Kgb), che recitava la parte del petroliere nel summit al Metropol, Andrey Yuryevich Kharchenko, «è stato identificato grazie all’Aisi. Era in contatto con Meranda, la fonte del giornalista de L’Espresso».

“La Verità” cita ancora gli atti compiuti dalla Procura di Milano, il carteggio tra i magistrati e le Agenzie italiane per la sicurezza esterna ed interna, Aise e Aisi, nel marzo del 2020 e una informativa della Guardia di Finanza del luglio dello stesso anno. Arriva la prima reazione della Lega che si scaglia sulla vicenda Russiagate e arriva a denunciare in Procura il settimanale l’Espresso: «La Lega ha dato mandato ai propri legali di presentare un esposto in Procura e di procedere in tutte le sedi per ripristinare la verità e tutelare le proprie ragioni, dopo la sconcertante inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: la vicenda dell’hotel Metropol di Mosca – scrive oggi il giornale – è stata una macchinazione costruita a tavolino per colpire il partito e il leader Matteo Salvini (ai tempi Vicepremier e Ministro dell’Interno) alla vigilia delle ultime elezioni Europee». Sempre nella stessa nota la Lega chiede conto al Copasir di eventuali interventi per far luce sui fatti: «La macchinazione contro la Lega organizzata al Metropol, diventata una clava per colpire uno dei principali partiti italiani prima delle ultime Europee, si fa sempre più grave e sconcertante con le nuove rivelazioni de La Verità: a questo punto è quanto mai necessario un intervento del Copasir». Da ultimo, ancora il Carroccio – secondo quanto riporta l’ANSA – aggiunge «sconcertante il silenzio della politica e di alcuni dei principali media del nostro Paese: questa operazione ha inquinato il dibattito politico e indebolito la nostra democrazia. Incredibile l’afonia di Marco Damilano che dirigeva l’Espresso e poi è stato premiato dalla sua sinistra con un posto in Rai a spese degli italiani. Per anni lui e altri commentatori hanno insinuato sui rapporti tra Lega e Russia, nonostante l’archiviazione della magistratura: ora non hanno nulla da osservare?».