Quattro anni fa, durante il Forum economico di Davos, Donald Trump lanciò un chiaro avvertimento agli europei. Parlando con Ursula von der Leyen, disse: “Devi capire che, se l’Europa viene attaccata, non verremo mai ad aiutarti e a sostenerti”. A raccontarlo è Thierry Breton, presente allo scambio di battute. Il possibile ritorno del Tycoon alla Casa Bianca preoccupa adesso l’Europa: per questo il politico francese, commissario per il mercato interno, è tornato a parlarne, lanciando un’idea. “È davvero necessario aumentare in modo significativo la nostra capacità di produzione di attrezzature militari in Europa“, ha affermato lunedì durante una conferenza stampa a Parigi. “C’è l’assoluta urgenza di dare questo segnale senza aspettare la nuova Commissione” degli Stati Uniti.



Martedì scorso, durante una riunione del gruppo Renew del Parlamento europeo, il francese ha lanciato l’idea di un nuovo fondo da 100 miliardi di euro per la difesa comune. Il calcolo è semplice: se tutti gli Stati europei raggiungessero la soglia del 2% del Pil dedicato richiesta dalla Nato, il fondo potrebbe essere costituito. “Si tratta di un passo molto importante: nessuno Stato membro può farcela da solo”, sostiene Thierry Breton. Per il commissario europeo l’idea di questo fondo comune nascerebbe per aiutare gli Stati a prefinanziare la produzione di attrezzature militari prima che gli ordini vengano confermati ai produttori, spiega Le Figaro.



Fondo da 100 miliardi per la difesa Ue: “Necessario staccarsi dagli USA”

L’Unione Europea ha già accelerato per garantire la produzione di un milione di munizioni all’anno, per sostituire le scorte esaurite dalla guerra in Ucraina. Per Thierry Breton questo impegno sarà raggiunto quest’anno e superato l’anno prossimo, con l’obiettivo di raggiungere una capacità vicina a quella della Russia. Michael Gahler, deputato tedesco della commissione affari esteri del Parlamento europeo, approva l’iniziativa di un fondo comune, “mentre dobbiamo urgentemente recuperare tre decenni di sottofinanziamento”. Sottolinea poi la necessità di uno “sforzo comune” per “garantire l’interoperabilità delle nostre forze armate”, spiega Le Figaro. L’Europa sta già finanziando progetti congiunti realizzati da produttori di almeno quattro Paesi.



Il 27 febbraio la Commissione presenterà la sua nuova strategia europea per l’industria della difesa. Thierry Breton fino ad allora incontrerà i ministri della Difesa per cercare di convincerli a sostenere il progetto. Secondo Breton è fondamentale il tema dell’“autonomia strategica” dell’UE: questo significa cercare di rendersi indipendenti dagli Stati Uniti per tutto ciò che riguarda la difesa e la deterrenza nucleare, per “imporre la nostra potenza, per il nostro bene”. Secondo Breton tale esigenza “non è solo un’invenzione di Trump. Già l’amministrazione Obama aveva espresso apertamente il fatto che l’UE aumentasse le capacità di difesa”.