Ora è ufficiale, l’Italia è il primo Paese Ue a presentare richiesta ufficiale per ottenere aiuti dal Fondo di Solidarietà Europeo (European Union Solidarity Fund – FSUE o EUSF) per contrastare la grave crisi sanitaria ed economica legata all’insorgenza del coronavirus: secondo quanto riportato stamane dalla Commissaria alla Coesione Elena Ferreira, nelle scorse ore la Commissione Ue ha ricevuto la prima richiesta preliminare di intervento di sostegno finanziario del Fondo Ue per la Solidarietà per fronteggiare la crisi Covid-19. Dal 1 aprile 2020 infatti gli Stati Ue possono chiedere aiuto tramite il Fondo di Solidarietà Ue, concepito in origine “solo” per le catastrofi naturali, per ragioni invece sanitarie legate alla crisi coronavirus: l’Italia tramite il Governo Conte ha inviato una lettera di intenti rappresentando di fatto il primo Stato membro ad avanzare una richiesta del genere per iniziare ad ottenere i primi fondi necessari a sostenere la crisi economica.



Dopo la mezza sconfitta politica avvenuta nell’ultima Consiglio Ue (niente eurobond, sì al MES “light”) il Governo Conte assieme a Spagna e Francia sono riusciti ad ottenere l’impianto di mandato alla Commissione Ue per formulare un Recovery Fund (Fondo per la ripresa europea) da lanciare nei prossimi mesi (da settembre con ogni probabilità) che gestisca la condivisione del debito pubblico con finanziamenti ancora da capire se con prestiti o con sovvenzioni a fondo perduto. Nell’attesa però la crisi galoppa e l’Italia – non solo – si trova nel guado a dover scontrarsi con il dramma sanitario ed economico di un Paese al collasso.



COS’È IL FONDO “FSUE”

Per questo il governo ha deciso di metter mano a tutti gli strumenti possibili a livello europeo, partendo proprio dall’FSUE: la commissaria Ferreira sottolinea che «l’Italia e’ attualmente lo Stato membro più colpito dalla crisi del coronavirus ed è il primo paese a chiedere aiuto al Fondo di solidarietà in questo contesto». La Commissione raccoglierà le richieste di qui al 24 giugno, dopodiché le esaminerà e farà proposte di aiuto finanziario al Parlamento Europeo e al Consiglio Europeo. Proprio in vista della crisi Covid-19, la Commissione Ue nelle scorse settimane ha ampliato i gradi di estensione del Fondo Solidarietà Ue ottenendo come aiuto ai bilanci degli Stati membri anche le ragioni sanitarie, come prima dimostrazione di una tentata e concreta solidarietà europea.



Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea è nato per rispondere alle grandi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all’interno dell’UE: come riporta il Consiglio Europeo, il Fondo è stato istituito a seguito delle gravi inondazioni che hanno devastato l’Europa centrale nell’estate del 2002. Da allora è stato utilizzato diverse volte (80 gli interventi totali) in risposta a catastrofi, tra cui inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità: «finora sono stati erogati oltre 5 miliardi di euro a favore di 24 paesi europei».

MES-FSUE, COSA CAMBIA

A questo indirizzo è possibile trovare il complesso meccanismo di richiesta e ottenimento del Fondo Solidarietà Ue: non si tratta di un prestito, anche se l’Ue specifica «Una volta erogato l’importo, lo Stato interessato è responsabile dell’utilizzo dei fondi e dovrà occuparsi anche della scelta delle operazioni da eseguire e dell’esecuzione delle attività di verifica e controllo. Le misure di emergenza possono essere finanziate retroattivamente a partire dal giorno in cui si è verificata la calamità. Va ricordato che il FSUE non è uno strumento di risposta rapida per far fronte alle conseguenze di una calamità naturale. L’aiuto può essere concesso allo Stato interessato soltanto a seguito di una domanda e al termine di una procedura finanziaria, il cui completamento può richiedere diversi mesi».

La differenza con il pacchetto siglato da Conte e dagli altri 26 leader Ue – 540 miliardi per MES-BEI-SURE e aiuti BCE – è che per questo fondo non si dovrà ridare indietro le sovvenzioni ma proprio per questo motivo l’iter può risultare molto lungo e con arrivi dilazionati o in formula unica solo dopo qualche mese. Come invece ribadito dal Presidente Eurogruppo Centeno, il pacchetto da 540 miliardi potrà essere attivato già da giugno previa ovviamente passaggio in Parlamento come ieri sera confermato dallo stesso Premier Conte in conferenza stampa. Per il Recovery Fund invece si dovrà attendere almeno settembre per vedere come il sostanzioso aiuto da almeno 1000 miliardi di euro per tutta l’Ue diverrà adottabile e usufruibile.