Fonopoli è sempre stato uno dei grandi sogni di Renato Zero, anche se il progetto dell’artista non riguardava nello specifico l’Associazione Culturale nata a Roma. O meglio, Fonopoli sarebbe dovuta diventare una vera e propria cittadella musicale, grazie all’appoggio del Primo Cittadino ed alla volontà del cantante di trasformare quelle vie in “una sinfonia di Mozart con un musical di Broadway, un concerto rock con le note di un cantautore”. Siamo nel ’93 quando Zero inizia a parlare delle sue ambizioni, ma tre Sindaci che si susseguiranno alla poltrona da Primo Cittadino, non riusciranno a realizzare il suo sogno nel cassetto. Fonopoli diventerà invece quella che è ancora oggi: un luogo in cui i giovani possono ottenere visibilità grazie ad attività culturali e artistiche. All’inizio della ricerca dell’area giusta in cui sviluppare il suo progetto, Zero sottolineerà in prima persona le sue intenzioni, rivolgendosi direttamente ad ogni cittadino: “Preparati quindi ad assecondare questa mia ostinata voglia di cambiare il mondo. Inizieremo da Roma per poi ripetere l’esperienza in altre basi lungo la penisola per poter amplificare i nostri obiettivi. Faremo da soli, tutto quello che gli altri non sono riusciti a fare per noi”, si legge sul sito ufficiale dell’associazione. Oggi, giovedì 24 ottobre 2019, Renato Zero sarà ospite di A raccontare comincia tu, il programma di Rai 3 che andrà in onda in prima serata. Parlerà anche della sua iniziativa e di come abbia dovuto tenere duro, di fronte a tanti ostacoli, prima di assistere alla nascita della sua Fonopoli?



Fonopoli, diverse battute d’arresto e…

All’inizio della sua progettazione, Fonopoli conoscerà diverse battute d’arresto, ma anche una particolare crescita dal punto di vista delle finalità. “Non ci sarà una sola proposta, ma due o tre tipi di spettacoli molto diversi tra loro: una sinfonia di Mozart, un musical degno Broadway, un concerto rock, la rappresentazione di un mimo o le canzoni di un cantautore. Noi vogliamo creare un centro di aggregazione che non riguarda solo l’emarginazione, ma dove ci sia posto per tutti”, dirà Renato Zero al settimanale Gente. Appena due anni dopo, Fonopoli inizierà a prendere vita e il cantante si dimostrerà più che pronto ad allargare lo sguardo verso altri orizzonti artistici: “Sarà una speranza per quelli che non ne hanno più. Piano piano le costruiremo attorno, oltre allo spettacolo, altre attività artigianali”. Eppure non basterà il suo intervento pubblico per evitare che l’Associazione perda l’area prescelta in zona Ardeatina, anche se Zero continuerà a promuovere la sua volontà: “Dobbiamo strappare tanti giovani alla strada e alla droga e veicolarli in questo villaggio straordinario che potrebbe essere un momento per sentirsi uniti al di là che tu sia rosso o nero, ebreo o ortodosso”. Un appello che Renato dirigerà negli anni successivi anche ai colleghi artisti, nella speranza di poterli vedere uniti nella realizzazione del progetto. Un decennio più tardi però, sottolinea il sito citando alcune sue parole, il cantante sembrerà ormai rassegnato all’idea di incontrare sempre degli scogli insormontabili: “In Italia, se vuoi realizzare un progetto così ambizioso percorrendo una strada senza compromessi, non ce la farai mai”. La nascita di Fonopoli avverrà ufficialmente solo nel 2010, quasi vent’anni dopo dalle prime dichiarazioni di Zero.

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