LA SFIDA DELLA LOMBARDIA SULLA AUTONOMIA DIFFERENZIATA: PARLA FONTANA

Dopo i Referendum del 2018, la Lombardia assieme al Veneto aspettano con ansia il via libera della riforma sull’Autonomia differenziata che metta fine ad una ingiustizia costituzionale che perdura dal 2001, ovvero il varo della riforma del Titolo V. Intervistato da “Libero Quotidiano” – che da oggi cambia direttore, con Mario Sechi al comando (e Sallusti-Feltri a “il Giornale”) – il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana indica i prossimi passi da qui all’approvazione del ddl Calderoli previsto se tutto va bene per il 2024: «Io credo in Calderoli che, mi lasci dire, ha preso il toro per le corna».



Secondo il leghista Fontana, al netto dell’iter ancora in corso, «so che siamo a un passo dall’obiettivo. L’autonomia non è una battaglia della Lega ma una sfida imprescindibile per il Paese. Se vogliamo sviluppo e modernizzazione, l’unica strada è l’autonomia». Il centralismo statalista invece, aggiunge il Governatore lombardo, «crea danni enormi, basta guardare alle differenze tra nord e sud: il centralismo le ha estese, non le ha ridotte». Non manca la stoccata alla sinistra che pure all’inizio dei Referendum sull’Autonomia differenziata era sostanzialmente d’accordo sul tema: «stupefacente che la stessa sinistra che ha sostenuto l’accordo, sottoscritto nel 2018 dal mio predecessore Roberto Maroni, da Luca Zaia e da Stefano Bonaccini, insieme all’allora sottosegretario Gianclaudio Bressa, adesso si ribelli alla proposta Calderoli che prevede un ruolo persino più ampio e incisivo per il Parlamento». Delle due l’una, sentenzia Fontana: se la legge sull’Autonomia era davvero un “mostro”, «all’epoca la sinistra dov’era? Bressa faceva parte del governo Gentiloni. Bonaccini è tutt’oggi un esponente del Pd».



LOMBARDIA, ATTILIO FONTANA: “MANOVRA, CRESCITA E…”

Nel corso dell’intervista a “Libero” Attilio Fontana non mette in contrapposizione le riforme dell’Autonomia e del Presidenzialismo o Premierato, ma anzi «puntano a un medesimo obiettivo: uno Stato più moderno ed efficiente. Sono entrambe nel pro- gramma di governo, nessuna delle due è vincolata all’altra». L’occasione della chiacchierata pone Fontana davanti a diversi temi di stretta attualità politica, tanto nazionale quanto in Regione Lombardia: sulla Manovra di Bilancio, ad esempio, il Presidente lombardo si schiera col Governo e sul pragmatismo che fa della prossima Finanziaria un’occasione per ridurre la spesa e provare a fortificare le aree più deboli del Paese.



«Il superbonus ha avuto conseguenze drammatiche sulle finanze pubbliche impedendo misure di sostegno alla povertà e alla giustizia sociale. Ci sono poi diversi problemi, che vengono anche dall’innalzamento dei tassi di interesse, voluto dalla Bce, e dal rallentamento dell’economia tedesca. Il ministro Giorgetti ha fatto bene a dire le cose come stanno. Si faranno delle rinunce ma questo governo ha il merito di non guardare all’immediato», sottolinea nell’intervista a “Libero” Attilio Fontana. La “sua” Lombardia però nel frattempo è tornata a correre, se si guardano i dati della crescita tendenziale (incremento dell’export di 33 punti rispetto al 2019, crescita all’1,5% per il 2023): «i lombardi hanno dimostrato una straordinaria capacità di reagire. E sottolineo i ‘lombardi’, non le istituzioni. Noi abbiamo fatto una piccola parte ma il merito principale va riconosciuto agli imprenditori, ai lavoratori, a tutti i cittadini lombardi». Stando allo studio di Unioncamere che uscirà nei prossimi giorni, i trend di crescita di Regione Lombardia «sono un po’ migliori di quelli del Paese, i consumi interni risento- no dell’inflazione che brucia potere d’acquisto, ma il quadro generale è positivo».