Il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, torna a trattare lo spinoso caso delle Rsa, le case di cura per anziani dove, da inizio emergenza, si sono verificate migliaia di morti per coronavirus su cui la magistratura vuole vederci chiaro. Secondo il massimo rappresentante lombardo, sarebbe in corso “un attacco nei miei confronti in quanto rappresentante di una certa parte politica. Si sta facendo quel fuoco incrociato che è sempre stato fatto quando al governo c’era un rappresentante del centrodestra”. A riguardo, Fontana sottolinea come una delibera simile a quella della Lombardia sulle Rsa (la richiesta di individuare nelle Residenze per anziane delle strutture dove curare casi di covid-19) “era stata presa dal Lazio. Ma al governatore del Lazio non è stato fatto alcun tipo di contestazione”. Secondo Fontana non si tratta di un problema “lombardo, laziale o italiano, è europeo. Quando si riesce a inserire un virus letale come questo in un luogo dove sono ricoverati i soggetti più deboli, si rischia di fare veramente un disastro. Però tutte queste cose non vengono dette e si cerca di attaccare l’organizzazione lombarda”.



FONTANA SULLA DELIBERA RSA, REPLICA LAZIO: “NOI ABBIAMO FATTO L’OPPOSTO”

Parole che però non sono piaciute alla Regione Lazio, ed in particolare, il paragone sulla delibera. A riguardo è stata pubblicata una nota di risposta che punta il dito non soltanto contro Fontana, ma anche nei confronti dei giornalisti: “Caro Presidente Fontana prima di accusare si informi bene. Ancora una volta la Regione Lazio si trova a smentire una bufala diffusa per infangare il lavoro fatto durante questa emergenza dalla giunta Regionale del Lazio. Alcuni giornali, prendendo spunto da una richiesta di disponibilità fatta alle Rsa del territorio dalla Regione per creare strutture esclusivamente Covid, vorrebbero far credere al lettore che, al pari della Lombardia, il Lazio avrebbe facilitato il contagio nelle residenze dedicate agli anziani. È totalmente falso”. La regione quindi specifica meglio: “Quell’avviso pubblicato sul sito regionale aveva come obiettivo di individuare quelle Rsa disponibili a diventare centri Covid, ossia luoghi che avrebbero ospitato esclusivamente pazienti contagiati che non necessitavano di ricovero ospedaliero”. Una scelta fatta per isolare i contagiati, prosegue la Regione, e contenere il virus: “Quindi nessuna promiscuità tra positivi e negativi, nessuna facilità nel contagio, nessun caso Lombardia nel Lazio. Anzi l’opposto di quanto sembra essere stato fatto in Lombardia: dividere, e ripetiamo, dedicare strutture esclusivamente al Covid”.

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