Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega e uno dei più stretti collaboratori di Matteo Salvini, è pronto e carico per le elezioni. A Libero, racconta lo stato d’animo del partito in vista del 25 settembre: “La verità è che nel governo di larghe intese, soprattutto col Pd, non stavamo per niente bene. Ora possiamo essere di nuovo pienamente coerenti coi valori della Lega e del centrodestra per tentare di migliorare il Paese. Siamo molto carichi e Salvini come tutti noi si sente libero, e così dev’essere per tutti i militanti. La Lega è nata per la libertà e per valorizzare i territori. Ora possiamo di nuovo urlare a squarciagola le nostre battaglie e i nostri ideali: prima con l’emergenza Covid c’erano altre priorità”.
Il politico veronese, ricandidato all’uninominale nella sua città, ha condiviso con Salvini anche il parlamento europeo dal 2009 al 2018. È stato inoltre Ministro per la Famiglia e le Disabilità all’inizio del governo Conte e in seguito titolare del dicastero per gli Affari europei. A Libero, spiega: “Io per primo sarei in grossa difficoltà a terminare la legislatura senza averla portata a casa. Tutto il centrodestra ha firmato l’obiettivo nel programma di governo e ci impegneremo fino alla fine. La lotta per l’autonomia fa parte del dna della Lega, è una lotta per la nostra gente ma è una battaglia difficile perché lo Stato centrale non ha nessun interesse a concederla”.
Fontana: “Resteremo parte della Nato”
Lorenzo Fontana non risparmia, nel corso dell’intervista a Libero, frecciate nei confronti di altre forze politiche: “Coi 5Stelle prima e le larghe intese poi è stato impossibile, penso che i cittadini l’abbiano capito. Ha visto dov’è andata a finire la Gelmini, che è tuttora ministro per le autonomie? Diceva che era tutto pronto, e invece… Comunque abbiamo chiesto ai nostri governatori, in particolare a Zaia e Fontana, di non mollare”.
A chi scrive che Putin sostiene la destra italiana, Fontana risponde: “Credo che agli italiani, alle prese col carovita, interessi poco o nulla di cosa scrivono all’estero: la gente vota con la propria testa e sa benissimo che il nostro Paese è e resterà atlantista, che siamo e resteremo convintamente una parte importante della Nato. Che poi: non è che al giorno d’oggi le strategie politiche di un Paese o le alleanze cambino se vince un partito o l’altro. A sentire la tivù o leggere i giornali pare tutto semplice, ma la storia delle nazioni dell’Est Europa, solo per fare un esempio, è cambiata con la caduta del muro, con un evento epocale”.